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Il regalo più bello? Del tempo agli altri

L a lunga corsa attraverso i 365 giorni che formano un anno è come se, in queste ore, improvvisamente rallentasse. Ogni anno gli ultimi giorni di dicembre sembrano dilatarsi, fermarsi, respirando piano per non farsi sentire, come un felino in agguato. Un altro anno finisce; è il consueto tempo delle statistiche, dei record, dei numeri. Di chi c'è ancora e di chi non c'è più. Così gli uomini confrontano passato con passato e si riportano a zero, pronti a dare nuovamente confidenza al Tempo, che travalica i giorni e i mesi e che sembra presentarsi nudo, il 1° gennaio, come un bambino appena partorito.

In realtà, lo sappiamo, tutto quanto sopra è pura convenzione. L'uomo, progredendo, ha cercato di ammaestrare il tempo, come facciamo con gli animali domestici. Ha tentato una impari lotta con lui, che non si fa determinare, che non ha inizio né fine e che sembra guardare sornionamente lo sforzo degli umani per imbrigliarlo in un contesto che non gli appartiene. Dare dei contorni al tempo in realtà è impossibile. Pensarlo, definirlo, ancora di più. Come rispose Aldous Huxley sotto l'influenza della mescalina, in un famoso esperimento poi trascritto in forma di libro (Le porte della percezione) a un illuminato testimone della sua furia intellettuale alla domanda : «Xhe cos' è il tempo?». «Non lo so disse Huxley- ma pare che ce ne sia una gran quantità». Appunto, una gran quantità; infinita.

E allora appare chiaro che i nostri sforzi di ingabbiarlo, definirlo, azzerarlo per poi farlo ricominciare, sembrano più o meno gli sforzi di un bambino che vuole sezionare una medusa. Alla fine, della sua curiosità, rimarrà una piccola pozza d'acqua al posto di un essere che all'inizio sembrava inquadrabile.

E allora, pur rispettando le regole che ci siamo dati, le tradizioni, la voglia di «comunità» che ha nel Natale un momento topico, pur amando lo scambio dei doni che comunque, in qualche maniera, accendono fantasie altrimenti inespresse ecco, pur essendo «umani» potremmo provare, a volte, quando per l'ennesima volta nella nostra vita incappiamo nella decelerazione mentale della fine dell'anno a sentirci più parte dell'universo che della terra. Più aperti e più stupiti. È ovvio che è bello ricevere in dono un maglione, oppure un libro, ma qualcuno vi ha mai regalato un pezzetto di tempo? Perché questa è la contraddizione: sebbene il Tempo sia indefinibile e non «catturabile» stranamente si presta ad essere regalato.

Ecco la mia proposta: sarebbe bello se nel tempo dei regali si iniziasse a donare agli altri la cosa più preziosa che abbiamo a disposizione. Come scrisse il grande scienziato Stephen Hawking: «Per quanto difficile possa essere la vita, c'è sempre qualcosa che è possibile fare. Guardate le stelle invece dei vostri piedi».

Questo il bigliettino di auguri che inserirò da ora in poi nelle scatole piene di tempo che regalerò ai miei amici.

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