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Regionali, Conte trema già: tre scenari per il governo

Si avvicinano le consultazioni regionali, e gli ultimi sondaggi preoccupano il governo. Un clamoroso 5 a 1 per il centrodestra, sogno dei partiti ora all'opposizione, potrebbe far crollare l'esecutivo

Regionali, Conte trema già: tre scenari per il governo

Mancano ormai meno di 20 giorni alle tanto attese elezioni regionali, fissate per il 20 ed il 21 settembre, ed il governo è sempre più inquieto: dall'esito di queste consultazioni, infatti, potrebbe dipendere il destino dell'attuale esecutivo. Al momento sono tre gli scenari possibili: nel primo una situazione completamente invariata rispetto alla precedente, con 4 regioni al centrosinistra, vale a dire Marche, Campania, Puglia e Toscana, e 2 al centrodestra, ossia Liguria e Veneto. Prendendo in esame i sondaggi e la risposta dei cittadini ai comizi dei leader delle opposizioni, in particolar modo quelli tenuti da Matteo Salvini, ad oggi questo appare come il risultato elettorale meno probabile.

Un'altra possibilità potrebbe essere quella di un pareggio, con 3 regioni al centrosinistra e 3 al centrodestra. I partiti dell'attuale opposizione, tuttavia, sognano un fragoroso ribaltone, con uno schiacciante 5 a 1 o con un 4 a 2. Un risultato che dovrebbe, almeno in teoria, mettere il governo con le spalle al muro e potrare ad un ineluttabile crollo, troppe volte rimandato per la forte volontà di non abbandonare le "poltrone". La possibilità che si possa arrivare ad una drastica inversione di rotta, almeno secondo quanto si evince dai sondaggi condotti nelle singole regioni che si apprestano al voto, ci sarebbe eccome. Per quanto riguarda il Veneto, la vittoria del centrodestra sembra assodata. Mai dire mai, ma la conferma del governatore Luca Zaia è data per certa, con risultati schiaccianti. Per l'avversario Arturo Lorenzoni (Pd), candidato che non potrà fare affidamento sul sostegno di Italia Viva e Movimento CinqueStelle, non ci sarebbe gara.

Anche la Liguria sembra destinata a restare sotto il controllo di Giovanni Toti, apprezzato dai cittadini soprattutto per l'impegno profuso nella ricostruzione del ponte Morandi. La regione, dunque, rimarebbe al centrodestra. La vittoria di Toti sarebbe doppiamente importante, perché andrebbe a sbaragliare uno dei pochi tentativi di alleanza Pd-CinqueStelle, che hanno deciso di sostenere il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa. Nelle Marche, ora a guida Luca Ceriscioli, il vento sembra essere cambiato. Il rapprentante del centrodestra Francesco Acquaroli (Fratelli d'Italia) ha conquistato il favore di molti elettori, e secondo il "Corriere della Sera" avrebbe ormai un vantaggio del 13% sullo sfidante dem Maurizio Mangialardi.

Meno certa la situazione in Puglia, dove l'attuale presidente di Regione Michele Emiliano sta lottando con le unghie e con i denti per mantenere la propria posizione. L'allenza con il Movimento CinqueStelle è saltata, ma il governatore è comunque riuscito a radunare sotto il proprio nome un considerevole numero di liste che gli garantirebbe parecchi voti. Il suo sfidante, se non si prendono in esame i candidati di Italia Viva (Ivan Scalfarotto) e M5s (Antonella Laricchia), è Raffaele Fitto, ex presidente della Regione Puglia. La gara fra i due sarebbe ancora aperta. Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati dal "Corriere", Fitto sarebbe addirittura in vantaggio di 1,6 punti. Resterebbe invece ancora al centrosinistra la Campania, dove ci si aspetta una riconferma del governatore Vincenzo De Luca, divenuto ormai una webstar con le sue singolari dirette Facebook in tempi di lockdown. Sarebbero ben 21 i punti percentuali a separarlo dal candidato del centrodestra Stefano Caldoro.

Gli occhi di tutti sono però puntati sulla Toscana, storica roccaforte della sinistra. La scelta di Eugenio Giani come candidato potrebbe risultare fatale per i dem, soprattutto a causa di certe sue uscite. La giovane Susanna Ceccardi, apprezzata dai cittadini di Cascina che l'hanno avuta come sindaco per 3 anni, è salita moltissimo nei sondaggi, accorciando sempre di più la distanza che la divideva dal suo avversario. Dopo 10 anni di amministrazione Enrico Rossi (Pd), in Toscana potrebbe davvero arrivare finalmente il cambiamento.

Secondo gli ultimi dati forniti dal "Sole24Ore", ci sarebbe solo un mezzo punto percentuale fra Giani e la Ceccardi.

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