Regionali, via al dialogo Fi-Ncd. Il Cav: "Si vince soltanto uniti"

Berlusconi resta ad Arcore colpito dall'uveite, a Matteoli il compito di riallacciare i rapporti con gli alfaniani. Sul tavolo le candidature in Emilia e Calabria. Ipotesi primarie, nuovo no

Regionali, via al dialogo Fi-Ncd. Il Cav: "Si vince soltanto uniti"

Berlusconi prova a rimettere insieme i cocci del centrodestra ma la strada è in salita perché permangono i veti contrapposti, specie tra Ncd e Lega. La pratica per ricostruire l'alleanza ce l'ha in mano principalmente Altero Matteoli che ieri il Cavaliere ha sentito per fargli gli auguri di compleanno. Il senatore azzurro, che in futuro verrà coadiuvato anche dai due capigruppo di Camera e Senato Renato Brunetta e Paolo Romani e da Denis Verdini, era reduce da un primo incontro con l'alfaniano Gaetano Quagliariello per gettare le basi di un possibile rifidanzamento. Soltanto un caffè, un primo incontro informale, dal quale però sono emersi alcuni punti convergenti. Primo: si cercherà di mettere insieme un centrodestra alternativo alla sinistra. Secondo: se l'accordo si farà, sarà completo e non a macchia di leopardo. Terzo: entro la settimana si aprirà un tavolo di discussione ufficiale, inizialmente tra Forza Italia e Costituente popolare. Vale a dire Ncd, Udc e Popolari per l'Italia. In seguito, Matteoli vedrà anche i rappresentanti di Lega e Fratelli d'Italia ma, specie per le posizioni più critiche nei confronti di Renzi, le distanze sembrano più elevate.

Si cerca di trovare la quadra sui candidati alle prossime elezioni regionali, con la priorità al caso Calabria ed Emilia dove le elezioni saranno a novembre. Più che l'Emilia, considerata battaglia già persa in partenza, si cerca di sbrogliare il nodo calabro. In pole ci sarebbe Wanda Ferro, attuale commissario della Provincia di Catanzaro. Ma qui le ruggini hanno ragioni più che altro locali. Lei, di Catanzaro, sarebbe mal vista dai cosentini, capeggiati dall'azzurro Giacomo Mancini. Ma anche nell'Ncd ragionano con le stesse logiche con Giuseppe Scopelliti, fautore del dialogo con la forzista Jole Santelli e rappresentante dell'ala reggina, in rotta di collisione con il senatore Tonino Gentile. Il rebus non è stato risolto e pertanto rimangono alte pure le chances di Peppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria.

Al di là delle prossime candidature alle Regionali, Berlusconi ripete che «solo uniti si vince» ma rimettere tutti insieme sarà un processo lungo e faticoso. Anche perché tra gli alfaniani continuano a convivere sensibilità diverse: Maurizio Lupi, Barbara Saltamartini e Nunzia De Girolamo vedono di buon occhio un riavvicinamento agli azzurri; Beatrice Lorenzin e Fabrizio Cicchitto restano i più scettici. A ciò si aggiunga che Alfano subisce quotidianamente il pressing dell'udiccino Cesa affinché si facciano i gruppi uniti al più presto. Si vedrà; e il «sì» o «no» alle primarie di coalizione resta un ulteriore elemento divisivo. Pare che Berlusconi abbia ribadito ancora una volta di essere contrario ma in cima ai pensieri del Cavaliere, ora, resta la politica estera con una profonda critica alla gestione della crisi Ucraina: «Non hanno capito che Putin è un baluardo contro l'islamismo. Le sanzioni a Mosca sono sbagliate».

Il Cavaliere ribadisce di essere disposto a dare una mano dal punto di vista diplomatico, visti gli ottimi rapporti con il Cremlino. E non è detto che l'ex premier torni a risentire Renzi per telefono. Escluso, invece, un faccia a faccia imminente tra i due. «Non è e non era in agenda», taglia corto lo staff di Berlusconi.

Il quale, peraltro, difficilmente rientrerà a Roma in settimana. Il riacutizzarsi dell'uveite, fastidiosa infiammazione dell'occhio che già lo aveva colpito a marzo del 2013, lo costringerà infatti a rimanere ad Arcore.

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