Il comparto dirigenziale delle Regioni italiane ha, come noto, straordinarie capacità. Tranne qualche rara eccezione dovuta a fattori esterni - due anni fa il governatore veneto Luca Zaia azzerò i premi per i suoi dirigenti richiamando tutti a un sacrificio - i quadri delle nostre istituzioni territoriali non falliscono quasi mai i loro obiettivi e rappresentano una eccellenza che si distingue nel Paese (ma non nei criteri e nei risultati di misurazione, sostanzialmente «indistinti» dall'uno all'altro dirigente). L'ultimo caso è quello portato alla pubblica attenzione dal Secolo XIX che ha denunciato la prodigalità della Regione Liguria nell'assegnare quasi il 100% del premio di produttività a tutti i suoi 9 direttori generali a libro paga. Le motivazioni appaiono generiche e non legate a meriti speciali. Si parla di «prevenire la corruzione in Regione»; predisporre una bozza del piano di sviluppo rurale; agevolare la realizzazione del Terzo Valico; aumentare del 5% i clic del sito e così via. «Meriti» che accrescono del 21,12% stipendi che si aggirano sui 140mila euro grazie a una valutazione standard nella pagella finale: 96 punti su 100, poco più di un «9 e mezzo». In sostanza 29.500 euro in più. E che portano, come fa notare il quotidiano genovese, a «una distribuzione in parti quasi identiche di un fondo comune, sollevando il legittimo sospetto che non si sia fatta distinzione tra a chi ha lavorato meglio o peggio». Una sorta di «pace sociale in cui ai massimi livelli sono sostanzialmente tutti uguali».
Il caso Liguria, naturalmente, non è isolato ma diffuso anche in quasi tutte le Regioni oltre che nei ministeri. Nella Regione Toscana il decreto dirigenziale 2760 del 17 giugno 2014 ha assegnato ai 118 dirigenti un premio di risultato di 16.457 euro: 2.567 euro lordi in più rispetto al 2013 quando ci si era fermati a 13.890 euro. «Lo scorso anno - denunciano i Cobas, che hanno sollevato per primi la questione - l'importo complessivo destinato alla retribuzione di risultato dei dirigenti regionali ammontava a 1 milione 792mila euro: nel 2014 tale somma è salita a 1 milione 912mila euro, oltre 120mila euro in più rispetto all'esercizio precedente». Alla faccia della spending review .
«Todos caballeros» anche in Emilia Romagna dove i premi sono aumentati da 2,6 milioni a 3,2 milioni: 600mila euro in più necessari a coprire l'aumento della platea dei beneficiati visto che i dirigenti premiati sono passati da 160 a 184. «In tre anni in Regione sono aumentati dirigenti e premi di produzione. Premi di tutto rispetto che toccano la cifra di 3,2 milioni e che nei singoli casi valgono quanto sei mesi di stipendio di un dipendente o un anno di lavoro di molti collaboratori. In questi anni si sono chiesti sacrifici a tutti ma la giunta e la burocrazia sembrano indenni dalla crisi e avulsi dal contesto economico che stiamo vivendo» dice Gianguido Bazzoni, capogruppo di Forza Italia in Regione.
«Questa abitudine borbonica di dare premi di produzione di fatto a pioggia dimostra come la burocrazia sia impermeabile ai tentativi di riforma, di responsabilizzazione e di ammodernamento della Pubblica amministrazione. Una vera casta all'ombra dei politici che si autotutela e si gratifica lungi dall'essere equiparata ai processi valutativi e di responsabilità presenti nel privato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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