Il regista anti-Putin Oleg verso la libertà

Sentsov, in carcere da 4 anni, e l'ipotesi di uno scambio di prigionieri con Kiev

Il regista anti-Putin Oleg verso la libertà

Il regista ucraino Oleg Sentsov, attivista contro l'occupazione russa della Crimea avvenuta nel 2014 e da cinque anni in carcere in Russia dopo una condanna a vent'anni per terrorismo, è al centro di uno scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev che è stato annunciato ieri. Sentsov risultava secondo alcune fonti già liberato ieri mattina, ma ancora nel pomeriggio si trovava invece nella prigione di Butirskaya. Lo scambio, però, sarebbe imminente. Mosca avrebbe acconsentito a rilasciare il regista - implacabile accusatore dell'autocrazia putiniana che l'anno scorso è stato insignito dal Parlamento Europeo del Premio Sakharov per la libertà di pensiero - insieme con altri tre prigionieri politici e un gruppo di 24 marinai ucraini che erano stati arrestati dopo lo scontro navale avvenuto nello stretto di Kerch nello scontro novembre; non è ancora stato precisato chi, in cambio, verrebbe liberato dalle prigioni ucraine.

La figura di Sentsov è centrale per comprendere le dinamiche dell'annessione della Crimea voluta da Vladimir Putin e attuata con un putsch militare condotto da forze speciali russe travisate e seguito da un referendum gestito dalla Russia che non prevedeva la possibilità di votare contro l'annessione stessa. Nato e vissuto in Crimea, cittadino ucraino, tra i protagonisti delle proteste di piazza Maidan a Kiev che portarono alla caduta del presidente filorusso ucraino Viktor Yanukovic nel 2013, dopo l'occupazione russa dichiarò di non riconoscerla e aiutò a far avere cibo ai militari ucraini rimasti intrappolati nelle loro basi in Crimea. Per questo fu arrestato nel maggio 2014 e ricomparve alcuni giorni dopo in una prigione in Russia. Trattenuto per tre settimane senza accuse, fu poi accusato con altri tre ucraini di complotto terroristico, oltre che di appartenenza al gruppo di estrema destra Pravy Sektor, cosa negata oltre che da lui stesso anche dai leader del movimento, e che appare montata con lo scopo di screditarlo. Sentsov ha dichiarato di esser stato torturato per estorcergli una confessione che non è comunque arrivata: secondo i suoi avvocati, per giustificare i lividi che ha mostrato in tribunale, gli investigatori l'avrebbero definito un appassionato di sadomasochismo. Ha trascorso gli ultimi quattro anni in una prigione siberiana oltre il circolo polare artico. La sua richiesta di liberazione in quanto ucraino è stata respinta perché dopo l'annessione è diventato suo malgrado cittadino russo.

Nelle stesse ore in cui sembra in corso il processo di scambio di prigionieri con l'Ucraina, a Mosca è stato condannato per la quinta volta consecutiva a una breve pena detentiva Ilya Yashin, oppositore che si è visto respingere con vari pretesti la candidatura al consiglio comunale di Mosca che sarà rinnovato l'8 settembre.

Secondo un sondaggio, Yashin avrebbe un vantaggio con un margine del 28 per cento sul candidato del partito di Putin, la cui popolarità nella capitale è in netto calo dopo le numerose manifestazioni contro il suo ormai ventennale potere, regolarmente vietate e seguite da retate di partecipanti e organizzatori.

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