addio alla Regina

Regno Unito... fino al calcio d'inizio. Sul campo Elisabetta divide ancora

Striscione di insulti alla Regina dai cattolici del Celtic. In campionato "no" di McLean alla commemorazione

Regno Unito... fino al calcio d'inizio. Sul campo Elisabetta divide ancora

Un minuto di silenzio e poi liberi tutti. Quelli di Glasgow sono famosi per l'Old Firm, la vecchia ditta che sarebbe nient'altro che Rangers contro Celtic, protestanti unionisti contro cattolici repubblicani, una sfida feroce, in verità attutita in questi ultimi anni ma sempre pronta a riaccendersi come è accaduto nell'evento storico. La morte della Regina Elisabetta II ha diviso le due fazioni, all'Ibrox Prk di Glasgow il popolo dei protestanti ha cantato God Save The King sventolando bandiere, disegnando sulle tribune con i cartoncini consegnati ai tifosi, il profilo di Sua Maestà la regina, l'inno ha provocato emozioni profonde anche tra i tifosi del Napoli, tra i più sensibili a queste mozioni di affetto e di rispetto. Di contro a Varsavia, per la partita contro gli ucraini dello Shakthar Donets, i cattolicissimi del Celtic hanno esposto uno striscione sul quale stava scritto un invito chiaro e insultante alla corona e, a corredo del lenzuolo, hanno intonato un canto dedicato a Michael Fagan «Condoglianze Michael Fagan». Costui era l'imbianchino che in una notte buia, scavalcò uno dei muri di Buckhingham Palace e si introdusse nella stanza dove Elisabetta II riposava, si avvicinò al letto e la sovrana, pensando si trattasse di uno degli inservienti solitamente sbronzo, non perse la calma ma avvisò la sicurezza che trasferì al gabbio mister Fagan.

L'humour inglese non perde colpi nemmeno nei giorni del cordoglio, i Windsor sono affranti, logori e nervosi tra veglie, processioni e stilografiche difettose, il Paese è unito ma fino a un certo punto, il football ha onorato il lutto sospendendo le partite della Premier League ma lunedì, prima del calcio di inizio di Wigan Athletic Huddersfield, James McLean si è allontana dai suoi compagni di squadra che erano abbracciati a metà campo per il minuto di silenzio, ha tenuto la fascia nera al braccio ma non ha voluto partecipare al momento di memoria della sovrana, tenendo però la testa china, per rispetto. Lo stesso calciatore, si era rifiutato di indossare sulla maglietta e sul bavero della divisa sociale il poppy, il papavero rosso che ricorda i caduti delle due guerre mondiali.

McLean è nato a Derry ed è cresciuto a Creggan l'area dalla quale provenivano le sei persone uccise nel Bloody Sunday del 1972. Su Instagram ha scritto: «Il papavero serve per ricordare le vittime di altri conflitti dal 1945 ed è qui che per me inizia il problema. Per le persone del nord dell'Irlanda come me, e in particolare quelle di Derry, il papavero ha iniziato a significare qualcosa di molto diverso e sarebbe visto come un atto di mancanza di rispetto verso quelle persone, la mia gente. Sono molto orgoglioso di da dove vengo e proprio non posso fare qualcosa che credo sia sbagliato. Nella vita, se sei un uomo dovresti difendere ciò in cui credi». Il Regno è unito ma fino al calcio d'inizio, poi il pallone ha cancellato ogni pensiero ed è tornato a dividere il popolo.

E Dio deve occuparsi di salvare il Re.

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