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Renzi avvisa Fitto e il Pd: "Forza Italia è Berlusconi"

Il premier conferma il Patto del Nazareno e gela la fronda trasversale: il Cavaliere è legittimato da milioni di italiani. Poi l'attacco ai magistrati: basta con le interviste

Renzi avvisa Fitto e il Pd: "Forza Italia è Berlusconi"

«Abbiamo cambiato il ritmo della politica: fisco, pubblica amministrazione, scuola. L'Italia è stata rimessa in moto, ora la sfida nel 2015 è farla correre». Alla sua prima conferenza stampa di fine anno, Matteo Renzi si presenta rivendicando orgogliosamente il bilancio dei dieci mesi di governo, «quello che ha fatto meno leggi, e questo è un merito visto che ce ne sono già troppe, e più riforme».

Il punto su cui si mostra più reticente, divincolandosi da ogni domanda, è l'appuntamento più cruciale e ormai prossimo con l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, una scadenza che già sta condizionando tutta la vita politica italiana. «Evitiamo il ping pong sui candidati, non voglio giocare al gioco dell'“Indovina chi”, potete anche chiedermi se il futuro presidente avrà il cappello o porterà i baffi, ma io non partecipo». Su un punto però il premier è molto chiaro: «Nessuno avrà diritto di veto sul nuovo capo dello Stato, neppure il Pd», ma Silvio Berlusconi sarà interlocutore nella scelta del successore di Napolitano: «È già stato decisivo nel '99 e nel 2013. Guida un partito che ha preso il 16% dei voti alle ultime Europee ed è del tutto fisiologico, normale e naturale che Fi stia al tavolo per l'elezione del presidente della Repubblica con il suo capo Berlusconi, che non è legittimato da me, ma da qualche milione di elettori italiani».

E il premier manda anche un avvertimento sarcastico ai frondisti del partito berlusconiano e ai loro veti sul Quirinale: «Se qualcuno pensa che esista Forza Italia senza Berlusconi, auguri. È un'ipotesi che non può venire in mente neppure ai teorici del girotondismo più puro». Al “girotondista” Raffaele Fitto devono essere fischiate le orecchie, visto che ha subito reagito piccato: «Il premier ha perso contatto con la realtà».

In ogni caso, assicura il presidente del Consiglio, «i numeri per eleggere il nuovo capo dello Stato, quando sarà il momento, ci saranno», e i «202 franchi tiratori» evocati da Ugo Sposetti non lo spaventano: «Non la penso come Sposetti, e non credo se ne avrà a male». Quanto ai possibili condizionamenti a colpi di inchieste della partita per il Colle, paventati dallo stesso senatore Pd, Renzi li esclude: «I magistrati seri non interferiscono con le questioni politiche, non è possibile che la classe politica si faccia condizionare da interventi esterni, che per altro non vedo». I magistrati, ribadisce, «devono parlare con le sentenze, non con le interviste: non ho mai avuto paura di dirlo. Sarebbero anche più apprezzati dall'opinione pubblica».

Legge elettorale e riforma della Costituzione, pezzi essenziali della «rivoluzione copernicana» in atto secondo Renzi, possono essere «ragionevolmente approvate» entro gennaio. Il premier tira fuori un facsimile di scheda elettorale con l'Italicum, per dimostrarne l'effetto di semplificazione: «Mi piace pensare che l'Italicum sia un Mattarellum con le preferenze - spiega - pochi simboli, riconoscibili». Di rinvii, chiesti anche dall'interno del Pd, non vuol sentir parlare: «Bisogna chiudere rapidissimamente, perché c'è un limite a tutto».

E i tentativi di ostruzionismo saranno liquidati: «Calderoli, l'autore della legge-porcata, presenterà 15mila emendamenti? Ormai siamo esperti di canguri», dice, rievocando l'espediente regolamentare che già aggirò i tentativi di bloccare la riforma del Senato. Se poi i parlamentari vogliono la clausola di salvaguardia per non tornare al voto prima del 2016, lui è «disponibile a discuterne. Ma prima facciamo la legge».

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