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E il governo corre ai ripari: legge anti sciopero

Renzi e Franceschini: "In Italia i musei sono servizi essenziali"

E il governo corre ai ripari: legge anti sciopero

Roma - Renzi e il governo vanno all'attacco dei sindacati, che minacciano lo sciopero. (Anfi)teatro dello scontro è il Colosseo, rimasto chiuso ieri per tre ore, con gli altri principali gioielli archeologici della Capitale, per effetto di un'assemblea sindacale indetta dai lavoratori per il mancato pagamento dei salari accessori. Il tutto, come era già capitato a Roma e a Pompei a fine luglio, mentre gli incolpevoli e inconsapevoli turisti restavano in fila sotto il sole davanti ai cancelli chiusi. Ad aprire le ostilità, scatenando la polemica politica, è Dario Franceschini. Poco dopo mezzogiorno il ministro dei Beni culturali tuona su Twitter: «La misura è colma: oggi in Consiglio Ministri proposta Musei come servizi pubblici essenziali». Per Franceschini è inaccettabile lo spettacolo dei turisti «in fila davanti agli occhi di tutto il mondo» a causa dell'assemblea sindacale, a maggior ragione «nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell'azione di governo», prosegue il ministro, con l'Expo in corso e l'ormai prossimo Giubileo che «portano ancora di più l'attenzione del mondo sull'Italia», e «mentre io come ministro sono impegnato - conclude - nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero». Il messaggio viene raccolto e rilanciato dal premier Matteo Renzi che, ancora su Twitter, assicura: «Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto legge #colosseo». E se sulla stessa posizione si allinea anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano, persino il Garante degli scioperi, Roberto Alesse, sottolinea «l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali». Così, mentre nel pomeriggio il consiglio dei ministri si mette al lavoro sul provvedimento che cambia le regole per evitare l'interruzione della fruizione dei beni artistici, arriva la reazione, dura, dei sindacati. Che non trovano l'appoggio della politica: nemmeno dalla sinistra Pd si leva una solo voce in loro difesa.

«Ogni volta che c'è un'assemblea sindacale si dice che non si può fare. Si dica chiaramente che i lavoratori non possono più avere strumenti di democrazia», tuona il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, che sul decreto del governo mette le mani avanti: «Essere servizio essenziale non vuol dire che non si ha la possibilità di fare scioperi o assemblee». Duro anche il leader Uil Carmelo Barbagallo, che parla di «attacchi pretestuosi», e aggiunge: «Renzi non perde occasione per scagliarsi contro i sindacalisti». Qualche distinguo dal vertice della Cisl. Per Annamaria Furlan è sbagliato «prendere in ostaggio i turisti come è accaduto a Roma», ma «questo problema non si risolve con un decreto legge sui servizi pubblici». Il botto più forte arriva però dal coordinatore nazionale Cgil per il Mibact, Claudio Meloni. «La vertenza sui beni culturali potrebbe portare a uno sciopero nazionale, e le dichiarazioni di Franceschini certo non aiutano. Cgil,Cisl e Uil hanno già avviato le procedure previste dalle legge».

La replica del governo arriva in serata col varo del decreto legge. Che cambia le regole perché, spiega Franceschini, se le scene di ieri mattina al Colosseo sono il risultato di un'assemblea regolarmente convocata, qualcosa non funziona nel sistema. Renzi, però, giura: il provvedimento non è «un attentato al diritto di sciopero», bensì l'affermazione di un principio.

«In Italia, per come è fatta, i servizi museali sono servizi pubblici essenziali».

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