C'è chi, commentando la decisione di Matteo Renzi di uscire dal Pd, ha parlato di "accelerazione improvvisa". In realtà, i bene informati dicono che l'ex premier lavorasse da tempo alla scissione. Voci, soffiate. Confermate adesso dal quotidiano romano La Notizia, secondo cui, infatti, Renzi avrebbe smesso di versare contributi al partito già dalla fine di febbraio.
Casualmente, qualche giorno prima della vittoria di Nicola Zingaretti alle primarie del Pd. Ma c'è di più. Infatti, negli ultimi tempi l'ex premier ha aumentato in modo esponenziale la sua presenza su Facebook. Non tanto in termini di post pubblicati, ma sponsorizzati. A caro, carissimo prezzo. 40 mila euro: tanto avrebbe speso negli ultimi 90 giorni il comitato "Azione Civile - Ritorno al Futuro" per promuovere l'immagine personale dell'ex presidente del Consiglio. Evidentemente già pronto a scaldare i motori per ufficializzare il suo addio al Pd. Ma come si è scoperto tutto questo? Qual è stato l'inghippo che ha rovinato il piano diabolico di Renzi? L'inghippo ha un nome e cognome: Alfonso Bonafede. È in base alla legge Anticorruzione fortemente voluta dal ministro grillino della Giustizia che i partiti devono obbligatoriamente pubblicare, ogni mese, i contributi volontari ricevuti. L'ultimo versamento di Renzi risale addirittura al 25 febbraio: 6.500 euro. Sei giorni dopo, il 3 marzo, Zingaretti vince le primarie e diventa il nuovo segretario del Pd.
Prendendo il posto proprio di Renzi (Maurizio Martina, infatti, era solo il segretario reggente). Ma c'è chi, come Maria Elena Boschi, è riuscita a fare peggio. La fedelissima di Matteo, che lo ha seguito in Italia Viva, è ancora a quota zero, anzi, non compare proprio nell'elenco dei contributori. D'altronde i soldi non crescono sugli alberi. E servivano già a qualcosa di più ambizioso, vale a dire la promozione "social" di Matteo Renzi. Che, come detto, ha speso tramite il comitato Azione Civile 40 mila euro negli ultimi tre mesi. Nessun politico ha fatto meglio.
Per fare un confronto, basti pensare che tutto il Pd ha sborsato nelle attività di promozione su Facebook 11 mila euro, poco più del 25% di quanto speso dal solo Renzi. Il quale, invece, ha preferito investire tutto su se stesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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