Moderazione prima di tutto. Matteo Renzi, ospite di Otto e mezzo dove si è scontrato con il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, ci tiene a sottolineare che gli estremisti sono estremisti in tutto e quindi poco affidabili. E per questo si permette anche un assist al leader di Forza Italia. «Berlusconi - spiega alla Gruber - è riconosciuto dal Ppe, ha una credibilità. Salvini è ritenuto un pericolo per l'Europa». La padrona di casa gli chiede conto dell'ipotesi di un cosiddetto piano B, con un Renzi presidente del Senato nel caso non riesca a centrare l'obiettivo elettorale prefissato. «Non esiste nessun piano B - risponde Renzi - e il problema non si pone perché il mio partito non farà un risultato mediocre».
Dichiarazione che fa il paio con quella fatta nel corso della mattinata fiorentina quando, di fronte ai rappresentanti degli artigiani e dei commercianti del capoluogo toscano, aveva detto che, «alla faccia dei gufi», il suo partito il prossimo 5 marzo sarà il «primo gruppo parlamentare» della diciottesima legislatura. Una sottigliezza evitare la parola partito e scegliere «gruppo parlamentare». Il meccanismo elettorale, infatti, secondo le previsioni di Renzi, potrebbe portare acqua al mulino del suo gruppo parlamentare con gli innesti esterni (come Bonino o Svp), mentre il Movimento 5 Stelle, contando solo sulle sue forze, potrebbe essere il primo partito ma non il primo gruppo parlamentare. In verità i dati forniti dal telegiornale di Mentana davano il Partito democratico per la prima volta sotto la soglia psicologica del 23%. Si fermerebbe infatti a un 22, 8 e quello 0,2 per cento perso sarebbe recuperato dalla lista +Europa della Bonino. Il tema della giornata, prima a Firenze e poi negli studi tv de La 7 resta insomma la lotta agli estremismi e l'irrisione degli scivoloni dei grillini. «Non fidatevi degli estremisti - aveva detto ieri mattina ai rappresentanti dei commercianti fiorentini -, perché hanno un difetto: sono estremisti in tutto, anche nell'economia. A esempio dicono di voler uscire dall'euro, senza poi sapere neppure dove andare, magari allo stesso tempo vogliono mettere i dazi».
Ricordando tra l'altro che grazie alla politica di moderazione operata dal suo governo il tasso di disoccupazione è sceso dal 46 al 32%. Sul fronte anti-grillino non risparmia veleno. «Quello che sta accadendo ai Cinque Stelle è impressionante - dice -, se guardiamo ai rimborsi, si sono trasformarti in un'arca di Noè che sta imbarcando truffatori, scrocconi, riciclati e massoni». E poi replica a distanza a Di Maio che aveva liquidato la questione con un lapidario «poche mele marce». «Altro che mele marce - è la replica del segretario del Pd -, sono un ortofrutta». Mentre aspetta un confronto diretto con Di Maio, già preconizza il nuovo parlamento pieno di nuovi grillini: «Stanno eleggendo i nuovi Scilipoti e i nuovi Razzi». H a modo anche di attaccare il presidente del Senato Pietro Grasso, reo di aver annunciato l'intenzione di portare avanti una battaglia politica e parlamentare in favore di un tetto agli stipendi di senatori e deputati.
«Credo che Grasso ci stia prendendo in giro: si chiamava tetto Renzi perché lo abbiamo messo noi e Grasso è l'unico che non lo rispetta». Il segretario Pd boccia insomma la proposta del leader di Liberi e uguali. «Che ci venga a fare la morale anche no - conclude -. Se vuole dare il buon esempio inizi lui, restituendo i soldi che deve al Pd».
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