Prima aveva minacciato di votare la sfiducia al ministro Bonafede con il rischio di innescare una crisi, poi si è rimangiato le parole e ha trasformato gli ultimatum in parole al miele. Matteo Renzi fa l'ennesimo passo indietro ed elogia l'operato del governo giallorosso, che a suo giudizio durerà fino al termine della legislatura. Nonostante siano insistenti le voci sulla tentazione di far cadere la maggioranza, il leader di Italia Viva ha smentito qualsiasi ipotesi che vada in questa direzione: "Voteremo nel 2023, c’è bisogno di rimettere mano alle regole del gioco per una leadership del Paese consolidata sulla base del voto, o la legittimazione rischia di passare per la democrazia sondaggistica e vince chi è più popolare nei sondaggi". Presentando il suo ultimo libro "La mossa del cavallo" alla presenza - tra gli altri - dei ministri Teresa Bellanova e Elena Bonetti, l'ex presidente del Consiglio ha giurato che l'aspettativa di vita del Conte bis "è la più lunga possibile", a patto che si scelga "la politica e non il populismo".
È addirittura arrivato a mettere la sua mano sul fuoco, alla luce delle considerazioni fatte dal premier ieri nel corso della conferenza stampa attraverso cui ha illustrato il piano per la rinascita del Paese: "Sono condivisibili, sui temi posti siamo assolutamente d’accordo, condividiamo l’impianto, ci ritroviamo al 95%". Pertanto al momento ha escluso la possibilità di un cambio di governo: "Non lo vedo all’orizzonte". Anche perché a oggi c'è un presidente del Consiglio "che gode della fiducia parlamentare, una maggioranza cui noi partecipiamo". Eppure nei giorni scorsi si era parlato di un rimpasto, adesso scongiurato visto che sarebbe da intendersi come "una mossa del cavallo del passato". E per blindare ulteriormente i giallorossi ha aggiunto: "Abbiamo un'ottima squadra di governo, auguro al presidente del Consiglio e ai ministri di lavorare bene".
Lo scontro sulle concessioni
In realtà l'agenda è minata: non mancano i temi sui quali potrebbero accendersi forti dibattiti in grado di dar vita ad aspri conflitti interni. Su tutti sul tavolo c'è la proposta relativa alla revoca delle concessioni ad Autostrade. Conte ha ribadito che si tratta di una procedura complessa che però si trova alle fasi conclusive a causa dei "molteplici e provati inadempimenti del concessionario". Una questione indubbiamente delicata, ma che si vuole portare avanti senza indugi: "Ci sono tutte le carte per portarla avanti". Ma il fondatore di Iv ha precisato: "È più difficile di quanto sia stata fatta ieri da Conte, non a caso si è fatto prima il ponte che la revoca. Comunque, resta la nostra disponibilità a lavorare insieme per una soluzione".
Renzi ha poi rivendicato la scelta di dar vita all'esecutivo giallorosso. Una vera e propria mossa del cavallo risalente all'agosto 2019: "Tutte le volte che ho dei dubbi arrivano dei post di Salvini e Meloni e me li tolgono. Abbiamo fatto bene a mandare a casa Salvini". Infine ha parlato del sistema ideale per Italia Viva, che vedrebbe il vincitore delle elezioni essere definito la sera stessa.
Non a caso in passato aveva già lanciato la formula del sindaco d'Italia, ovvero una proposta per eleggere direttamente il presidente del Consiglio: "Oggi nessuno di noi può fare la verginella, ma penso sia giusto che siano gli italiani a decidere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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