Renzi fa il pompiere: "I correntisti al sicuro"

«Il problema sono i derivati europei». Slitta lo scudo per Mps. Vertice tra governo e Cdp

Renzi fa il pompiere: "I correntisti al sicuro"

«I correntisti italiani non hanno alcun problema e per me questa è la priorità, per il resto il mercato potrà fare le proprie valutazioni». Inoltre, «se il tema degli npl vale uno, la questione dei derivati di altre importanti banche europee vale cento». E comunque i problemi dei crediti deteriorati «sono in corso di risoluzione sia attraverso le modifiche normative appena apportate che attraverso le iniziative private di mercato messe in campo». Così ha parlato ieri Matteo Renzi al termine dell'incontro con il premier svedese. Poco prima la Borsa di Milano aveva chiuso con un altro tonfo del 2,26%.

La sorvegliata speciale resta sempre Mps, che ieri è rimbalzata del 6% a 0,28 euro dopo aver perso il 30% nelle due sedute precedenti. Il recupero è stato sostenuto anche dallo stop alle vendite allo scoperto imposto ieri dalla Consob che in serata ha deciso di rafforzare gli argini contro la speculazione vietando per tre mesi (ovvero fino al 5 ottobre) le posizioni nette corte sui titoli del Monte. Oggi a Rocca Salimbeni si riunirà un cda straordinario per rispondere alla lettera ricevuta dalla Bce che chiede a Siena di ridurre l'incidenza netta di npl per quasi 10 miliardi entro il 2018. L'obiettivo è soprattutto quello di ridare redditività alla banca seguendo la strada dell'aggregazione tracciata dalla Bce, smaltendo la mole di crediti deteriorati e rivedendo anche i modelli gestionali interni all'istituto presieduto da Massimo Tononi. Se si scioglie il nodo senese, il sistema bancario supererà lo stallo in Borsa, dicono nelle sale operative. Stallo alimentato sempre ieri da uno studio di Morgan Stanley secondo cui dagli stress test europei emergerà un deficit di capitale per Mps tra i 2 e i 6 miliardi e qualche problema anche per la tenuta del Banco Popolare (-6,1%). A Verona non l'hanno presa bene, anzi minacciano azioni legali contro gli analisti americani per aver redatto il rapporto «con sconcertante superficialità».

Mentre il premier temporeggia mandando messaggi tranquillizzanti ai risparmiatori che sono anche elettori, all'appello mancano ancora notizie ufficiali. Si sa solo che ieri si è svolto un vertice a Palazzo Chigi fra il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e i vertici di Cdp per fare il punto sulle munizioni del fondo Atlante che dopo aver salvato le popolari venete punta a raccogliere 3-5 miliardi fra investitori e fondi pensione come dotazione di un fondo «gemello» dedicato esclusivamente all'acquisto dei non performing loans. In mattinata, a creare ulteriore confusione è stato il sottosegretario al Tesoro, Pier Paolo Baretta: «La soluzione tecnica si deciderà nelle prossime ore», ha detto in mattinata nel corso di un'intervista. Salvo poi correggere il tiro nel giro di quindici minuti smentendo interventi in arrivo e precisando - forse dopo una tirata d'orecchie arrivata da via XX Settembre - che «in ogni caso qualsiasi decisione la prenderemo d'intesa con Buxelles». Il commissario europeo ai Servizi finanziari, Valdis Dombrovskis, ha intanto rigettato la tesi che le banche italiane siano in crisi a causa della Brexit, sminuendo le pressioni di Roma affinché si ammorbidiscano le regole Ue sui salvataggi bancari. Per gli esperti di Blackrock «la fragilità delle banche è un problema europeo, sebbene l'intensità degli scossoni sui mercati sia più elevata in Italia», ha detto ieri Bruno Rovelli, capo degli strategist del colosso americano.

L'unico a tacere è stato Mario Draghi, che aprendo a Francoforte una conferenza della Bce ha evitato qualsiasi accenno al terremoto italico o ai possibili risultati degli stress test di fine luglio. E, ricordiamolo, l'ultima parola sul riassetto bancario italiano spetta proprio alla vigilanza unica europea.

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