Renzi finge ottimismo ma al Senato mancano i numeri

Da un lato l'attivismo del governo, che nel Consiglio dei ministri di oggi dovrebbe varare i decreti decisivi sul Jobs Act e un nuovo ddl sulla concorrenza. Dall'altra la paralisi del Parlamento, con Montecitorio bloccata dall'ostruzionismo dei Cinque Stelle che mirano a far saltare i decreti in scadenza e le fiducie a raffica messe dal governo. «Certo, abbiamo forse il record europeo di fiducie», dice Matteo Renzi. «Ma abbiamo anche quello di ostruzionismo. La democrazia non è bloccare chi è al governo, ma cercare di far meglio di loro». Se le opposizioni continueranno con i blocchi parlamentari, «noi continueremo con le fiducie».

Ieri Renzi ha passato molte ore a Palazzo Chigi a preparare i provvedimenti che dovrebbero vedere la luce oggi, e solo in serata - ospite di Virus su Rai2 - ha fatto il punto in pubblico. All'insegna dell'ottimismo: «Sono assolutamente certo che l'Italia si sia già rimessa in moto, anche se nei talk show si dice che tutto va male». Ormai, dice, «è in atto un derby tra chi dice non ce la farete mai e chi ci sta provando». Lui ci sta provando, e rivendica di aver «rispettato tutto il nostro cronoprogramma di riforme». Solo che poi, aggiunge, «inizia il lavoro parlamentare» e le cose spesso rallentano,e vengono fuori le «resistenze», come sul ddl Pubblica amministrazione che arranca in Senato. E a chi lamenta che l'Italia arranchi ancora in fondo alle classifiche replica: «Se le riforme fossero state fatte dieci anni fa, come in Germania. Io invece non ho trovato nessuno che le avesse fatte: quelli di sinistra hanno abolito cose importanti come lo scalone delle pensioni. Quelli di destra han fatto tutto tranne che la rivoluzione liberale».

A portare buone notizie al governo italiano è stato ieri il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurrìa: promozione a pieni voti delle sue riforme e un outlook in rosa del Belpaese. Quelle annunciate dal premier sono «riforme senza precedenti», ma ora all'Italia «serve il coraggio politico» per implementarle, dice Gurrìa illustrando il rapporto Ocse sull'Italia. Il governo Renzi sta facendo fare «grandi passi avanti» all'Italia, e il suo Jobs Act è «un vero motore di cambiamento», che può «stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro». Promossa anche la riforma istituzionale , che servirà a «definire chiaramente le competenze tra Stato e governi locali». E sul medio termine, l'Ocse valuta che - grazie alle riforme renziane - la ricchezza del Paese cresca di 6,3 punti nei prossimi dieci anni. A patto, però, che «siano rapidamente e interamente attuate».

La celerità delle riforme auspicata dall'Ocse però resta appesa alle incognite del percorso parlamentare. A marzo arriverà il voto finale sulla riforma del Senato, e per ora il «disgelo» con le opposizioni, in particolare Forza Italia, non si è ancora materializzato. Ieri sia il Senato (sul decreto Ilva) che la Camera (sul Milleproroghe) hanno votato l'ennesima fiducia al governo. Con una maggioranza piuttosto risicata a Palazzo Madama - 151 voti - a causa, spiegano nel Pd, delle assenze di senatori malati. «Non c'è la maggioranza assoluta», si scatena subito Renato Brunetta, «il governo ha ancora i numeri al Senato?». Lo zittisce Miguel Gotor: «Tra noi e l'opposizione ci sono quasi 40 voti di differenza, mi pare un margine sufficiente a rasserenare Brunetta».

A Montecitorio intanto si rischia

la paralisi e una nuova seduta fiume a causa dell'ostruzionismo grillino. Il cui obiettivo è di rallentare tutto il calendario della Camera e far saltare il decreto Ilva in arrivo dal Senato, che scade il 6 marzo prossimo.

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