Renzi nazionalizza Rai Way: il controllo resterà pubblico

Il premier conferma che il 51% non andrà sul mercato. Si profila l'ipotesi di un intervento della Cassa depositi e prestiti. Mediaset potrebbe optare per le infrastrutture di Telecom

Renzi nazionalizza Rai Way: il controllo resterà pubblico

Per i sindacati l'Opa proposta da Ei Towers su Rai Way è una provocazione. Invece, si tratta dell'unica operazione sensata che due «piccoli», rispetto alle dimensioni dei colossi mondiali, gestori di torri di trasmissione possono fare. Non c'è dubbio, comunque, che l'operazione, nonostante il senso industriale molto forte, si presenta difficile (al momento stando i problemi normativi impossibile) tanto che ieri il titolo Rai Way ha chiuso in ribasso del 2,86%. Non ha però perso tutto quanto guadagnato l'altro ieri, ossia il 9%. Segno che il mercato ritiene, comunque, la società contendibile (e l'operazione non del tutto naufragata) nonostante le parole del premier Matteo Renzi che ha dichiarato «immodificabili» le regole fissate. Il risultato è che il governo dovrà restare al 51% azionista di Rai Way. Il resto per Renzi è mercato.

«Ei Towers ha fatto la sua proposta - ha affermato - ma il governo su Rai Way ha messo delle regole chiare che vanno rispettate. La discussione è finita qui». La domanda che ieri tutti si ponevano era: perché Ei Towers ha fatto un'offerta che non può essere accettata? Il problema, ha spiegato un addetto ai lavori, è che è partecipata al 40% da Mediaset e quindi l'alzata di scudi da parte della maggioranza di governo era praticamente obbligata. Ed era attesa anche dai vertici di Cologno Monzese, che si è trovata davanti una controparte marcatamente statalista. Il sasso, comunque, è stato lanciato: l'unione delle due società consentirebbe la crescita del business, facendo economie di scala. Secondo Websim si potrebbe arrivare alla revisione dell'architettura dell'operazione, ma non all'annullamento anche per garantire i diritti dei piccoli azionisti.

«Probabilmente saranno riviste le quote che rimarranno in mano a Rai e Mediaset - hanno scritto gli analisti in un report - dopo l'eventuale fusione di Rai Way e Ei Towers, probabilmente a favore del socio pubblico». La Rai potrebbe dunque prendere il sopravvento nel controllo dell'infrastruttura. Magari si potrebbe nuovamente disturbare la Cassa depositi e prestiti, come del resto già fatto per la rete in fibra ottica dove Cdp è entrata in Metroweb comprando il 49%. E lo stesso potrebbe fare per questa nuova società, lasciando gli altri due contendenti, ossia Rai e Mediaset, con quote paritetiche magari intorno al 30%.

Ieri intanto il cda della Rai che si è svolto a Milano non ha dato nessuna indicazione e si è limitata a prendere atto della comunicazione effettuata da Ei Towers. L'accordo è visto positivamente anche da Gaetano Micciché, direttore generale di Intesa Sanpaolo e ad di Banca Imi. «Nel settore delle torri è naturale che mettendo insieme due società simili si possano ottenere sinergie e abbattere i costi strutturali, però al momento, su Rai Way, c'è un vincolo molto forte». Tra l'altro, Banca Imi è anche advisor di Telecom per la quotazione delle torri di trasmissione di Tim, il cui arrivo in Borsa è previsto entro l'estate. Le torri di Telecom, che sono circa 8mila, anche se l'infrastruttura delle tlc è diversa rispetto a quella richiesta per il segnale televisivo, potrebbero però incontrare l'interesse di Ei Towers, che ha rinunciato a quelle di Wind che saranno acquistate da Abertis, perché considerate troppo care. Le torri di Telecom sono valutate circa un miliardo. Per Micciché, comunque, «l'offerta di Ei Towers per Rai Way non credo modificherà la volontà di Telecom». Insomma, l'Ipo si farà ma ci sarà anche un consolidamento del settore.

Intanto la Consob, a seguito della richiesta di chiarimenti avanzata del Pd, ha avviato delle verifiche sui titoli coinvolti nell'operazione per individuare gli intermediari più attivi e in particolare quelli che hanno impresso ai titoli stessi un andamento rialzista o ribassista.

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