«Renzi parla a vanvera sui cervelli in fuga»

Un ricercatore Nasa negli Usa: «Io sono uno scarto dell'Italia»

«Renzi parla a vanvera sui cervelli in fuga»

Roma«Ero alla Georgetown ad ascoltare Renzi, il suo discorso mi ha irritato». Le citazioni di Bob Kennedy («Il futuro è una conquista, non un regalo») e Woody Allen («Non basta un sorriso per pagare le tasse»). Le battute, gli ammiccamenti, le promesse in perfetto Renzi style . Gli annunci della nuova era italiana, basata sulla meritocrazia e non sulla vicinanza politica, non hanno certo conquistato il cuore di Simone Lolli, fisico dell'atmosfera impiegato alla Nasa Goddard Space Flight Center dal 2012, e presente in sala durante la lectio del nostro premier. Il ricercatore ha preso carta e penna e ha scritto a La Voce di New York per dire la sua e spiegare tutto ciò che proprio non gli è andato giù. Uno sfogo articolato ripreso poi dal The Chronicle .

«Mi ha veramente disturbato la totale noncuranza da parte del primo ministro sulla cosiddetta “fuga di cervelli”», scrive Lolli. «Renzi sostiene che lavorare all'estero rappresenta una magnifica opportunità di crescita culturale. Se uno poi vorrà tornare, troverà ad accoglierlo un'Italia diversa (diversa, può assumere un'accezione negativa pure). Sono totalmente d'accordo che le esperienze all'estero sono un'ottima opportunità di crescita, ma questo deve essere una scelta, non un obbligo. Io mi sono laureato in fisica a Firenze e l'80% dei miei compagni di corso sono all'estero, ma non per scelta personale, ma perché in Italia non esiste nessuna possibilità. Una generazione è stata bruciata (non certo per colpa sua, anche se alcuni membri del suo partito sono responsabili). Io nutro amore per la mia nazione, verrei ripagarla per quello che ha speso formandomi. Non mi ritengo un cervello in fuga, ma uno scarto del Cnr che la Nasa ha assunto, perché ai concorsi, se non hai un santo in paradiso arrivi fino a un certo punto».

Il passaggio successivo riguarda la forbice tra le promesse renziane e la realtà dei fatti. «Il governo, fino a ora, non ha fatto nessun passo per cambiare questo status quo . Da parte del governo mi aspetto un segnale forte: per una volta che la meritocrazia trionfi non solo a parole. Renzi, abolisci le nomine politiche in tutti i consigli di amministrazione, nelle università, negli enti. Come hai detto, basta guardare al passato, guardiamo al futuro: il clientelismo risale all'impero romano, da ora in poi solo i più competenti dovranno essere assunti. Il mondo che ha dipinto il nostro primo ministro è radioso, addirittura più brillante del Rinascimento, ma per ora non un singolo provvedimento del governo fa pensare che stiamo andando nella direzione giusta. A Letta è stato concesso molto meno tempo». Il fisico italiano riporta poi l'attenzione sullo stato delle nostre università. «Da Renzi annunci e proclami, ma non una parola sullo stato in cui versano attualmente le università italiane che si vedono ogni anno ridurre il budget a disposizione, di come intenda il governo attuale risolvere questo problema, salvaguardando le poche eccellenze che sono rimaste. A proposito, nel mio campo, fisica dell'atmosfera, in Italia l'ultimo professore ordinario è andato in pensione. Nessuno lo sostituirà per mancanza di fondi».

Sono, sempre secondo lo studio del sindacato, i

ricercatori che pensano di lasciare il sistema universitario italiano e di trasferirsi all'estero

È, secondo un recente studio della Cgil, il numero di ricercatori che sono stati espulsi dal sistema universitario dal 2004 ad oggi

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