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Renzi piazza Calenda al Mise. E sfida i giudici: "Facciano le sentenze"

Il premier annuncia in tv il successore della Guidi allo Sviluppo Economico. E sfida i giudici: "Non ho paura delle sentenze"

Renzi piazza Calenda al Mise. E sfida i giudici: "Facciano le sentenze"

"Il successore di Federica Guidi sarà l'ex viceministro Carlo Calenda". Per annunciarlo Matteo Renzi ha scelto il salotto di Fabio Fazio.

"L'ho richiamato da Bruxelles e in settimana giurerà al Quirinale", ha spiegato il premier, "Non immaginavamo lo scandalo che ha portato alle dimissioni della Guidi. Purtroppo c'è stato uno scandalo, una pagina brutta, mi dispiace molto personalmente per quello che è successo a Federica Guidi, ma lei almeno ha avuto il coraggio ed il buonsenso di rassegnare le dimissioni. A noi serve uno che sia in grado di maneggiare un ministero importante come quello dello Sviluppo economico che abbia l'intelligenza per ragionare del futuro, che vuol dire innovazione, manifattura 4.0, investimenti nelle aree di crisi".

Impossibile evitare di parlare dello scontro coi magistrati: "La questione morale esiste, sì. Chi la nega, nega la realtà", dice Renzi, £In tanti la negano ma esiste è un dato di fatto: abbiamo 50 mila amministratori e in troppi casi le cose non girano. Ma io non ne posso più di discussioni sterili, filosofiche degli ultime 20 anni sul rapporto fra giudici e politici. A me i giudici non fanno paura, perchè i cittadini onesti non hanno paura. Io li rispetto, facciano le sentenze". E ancora: "Non ci metto il naso nelle vostre discussioni interne, alcuni vorrebbero trascinarmi nei rapporti tra giudici e politici. Io dico cari giudici fate il vostro lavoro, io faccio il mio. Il resto è parapiglia politico di basso livello: facciano le interviste che vogliono. Non cerco scorciatoie ma venerdì scorso due ex amministratori fiorentini sono stati assolti dopo otto anni. Perciò dico che bisogna aspettare sempre le sentenze: chi è per la giustizia deve avere questo principio di fondo. Poi ci sono i giustizialisti a giorni alterni, fanno l'onestà differenziata dei principi di giustizia, mentre passano dalla mattina alla sera il tempo a farti le pulci".

A Che tempo che fa, il premier è tornato anche sul tema dei migranti e sull'incontro con Angela Merkel. "Su molte questioni è d'accordo con noi, su altre no", ha spiegato, "Considero positive le sue parole sul Brennero. La propaganda dell'Austria è squallida, perchè si tratta di questo, di propaganda elettorale. Il muro non si fa perché è contro la storia e contro il futuro e contro le regole europee". Eppure sugli eurobond l'intesa con Berlino è tutt'altro che vicina, anche se la Cancelliera "si è detta disponibile a discutere di una forma di finanziamento della cooperazione internazionale".

Per quanto riguarda invece i prossimi appuntamenti in Parlamento, il premier si dice sicuro sul voto sulle unioni civili: "Domani inizia l'iter alla Camera e noi mettiamo la fiducia martedì o mercoledì e il 12 la legge sarà votata", assicura, "È una cosa bella per tutti e non solo per gli omosessuali. In tutti i due settori del Parlamento qualcuno avrebbe voluto una legge più coraggiosa, qualcuno la melina e il rinvio. Ma la politica si misura sulla capacità di prendere un impegno e mantenerlo. E poi dal punto di vista soggettivo ci sono persone che stanno aspettando la possibilità di costruire un futuro insieme. La voteranno in tanti, ma alcuni dell'opposizione forse no, visto che metteremo la fiducia. Altre volte però ho rischiato di più, mi sento molto tranquillo che questa volta passi".

Intanto domani Renzi ha convocato una direzione Pd in cui chiamare il partito alle armi, in vista di amministratie e referendum costituzionale. Con una minoranza democratica che critica aspramente la volontà del premier di puntare tutto sul voto di ottobre e non su quello di maggio. "Non si può pensare che il voto in grandi città non sia un test politico", avverte il senatore Federico Fornaro. "Così si rischia di creare difficoltà ai candidati sindaco del Pd", aggiunge Nico Stumpo.

La maggioranza Pd sceglie di non replicare, ma l'incontro di domani si preannuncia infuocata.

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