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Smog, Renzi scarica il barile: "Polemica elettorale nelle città dove si vota"

Il premier ai suoi: se la veda Galletti, M5S e Lega speculano in vista delle Comunali. E l'Istat smentisce Grillo sui 68mila morti

Smog, Renzi scarica il barile: "Polemica elettorale nelle città dove si vota"

In attesa della conferenza stampa di fine anno di oggi e delle inevitabili domande, Matteo Renzi si tiene ben lontano dall'emergenza smog.Nella sua ultima enews celebra i successi del governo sorvolando, per spirito natalizio, sui problemi aperti. È convinto che dietro al can can politico sulle polveri sottili, cavalcato soprattutto da Cinque Stelle e Lega, ci sia una «speculazione elettorale», concentrata nelle città colpite dall'emergenza dove si voterà a primavera: Milano e Roma in primis.

Con l'intento di mettere in difficoltà il governo, attribuendogli responsabilità «che risalgono ad anni ed esecutivi precedenti, mentre noi stiamo cercando di invertire la rotta». Il premier delega la risposta del governo ai ministri competenti: peccato che almeno una di loro, la titolare della Sanità Beatrice Lorenzin, si tiri fuori assicurando di non avere competenze in materia. Così la patata bollente resta nelle mani del ministro dell'Ambiente Galletti, che domani riunirà a Roma sindaci e presidenti di regione per tentare una risposta coordinata. Nel frattempo, come sempre in Italia, si passa rapidamente dal dramma alla farsa e ognuno ha la sua ricetta miracolosa da vendere o il suo colpevole da additare: così in Lombardia si litiga tra Regione (centrodestra) e Comune di Milano (centrosinistra) su chi sia più responsabile per la mancata prevenzione dell'emergenza.

«Quando c'era Formigoni si facevano riunioni periodiche di coordinamento, ora con Maroni non più», rimpiange l'assessore al traffico di Milano, Pierfrancesco Maran. I Verdi dicono che basterebbe cambiare il ministro dell'Ambiente per far sparire le polveri più o meno sottili: «Renzi metta Realacci (ex Legambiente, ndr) al posto di Galletti», tuonano. Paolo Cento di Sel dice che a Roma si dovrebbero fermare le macchine per due settimane. Matteo Salvini della Lega invece assicura che le automobili non inquinano e devono circolare liberamente, mentre vanno fermate le caldaie del riscaldamento.Beppe Grillo, che ieri aveva sparato la mirabolante cifra di 68mila morti per smog, tutti colpa di Renzi, è stato clamorosamente smentito dall'Istat («Cause ed entità dei decessi sono ancora tutte da appurare», insomma il comico dà i numeri) nonché dall'autore dello studio demografico cui il capo di M5s si è ispirato: l'aumento delle morti, spiega il professor Giancarlo Blangiardo, è dovuto a «invecchiamento della popolazione, crisi del sistema sanitario e crollo delle vaccinazioni», per altro sponsorizzato dai grillini.

Ma l'indomito Grillo, incurante della figuraccia, torna alla carica contro Pisapia, sostenendo che se non avesse autorizzato il taglio di qualche albero attorno ad un cantiere della metro, oggi a Milano si respirerebbe l'aria fina dell'Himalaya. «Veramente ne abbiamo piantati 50mila», replica il sindaco. In ogni caso il guru dei Cinque Stelle, Roberto Casaleggio, ha proposto la soluzione definitiva al problema smog nella sua ultima, onirica fatica letteraria: arresto immediato per chi produca anidride carbonica - anche, si immagina, attraverso l'emissione di gas corporei.

Tutti in galera.

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