I Grandi Elettori in ballo non sono pochi: almeno una settantina, cinquanta alla Camera dei Deputati e venticinque al Senato.
È il pacchetto di mischia che starebbero preparando - intanto - l'ex premier Matteo Renzi e il governatore ligure Giovanni Toti, per cercare di rafforzare la postazione centrale nella partita per il Colle. «Ci stiamo lavorando seriamente», conferma il renziano Ettore Rosato. E sono in corso anche tentativi di coinvolgere i parlamentari di Più Europa e di Azione, per non parlare delle iniziative centriste di Clemente Mastella e di Gianfranco Rotondi.
Insomma, le grandi manovre per cercare di costituire un cospicuo pacchetto di voti da manovrare per disturbare le mosse dei due schieramenti principali è in pieno corso. Con quale obiettivo? Questo è meno chiaro, e dipende in gran parte dalle mosse altrui. Ieri da Italia viva è partito un primo avvertimento: «Saremo alternativi allo stesso modo ai sovranisti di Salvini e Meloni e ai populisti di Conte e Taverna. Dialoghiamo con tutti, ma a partire da questa constatazione: se nella futura alleanza elettorale ci saranno Meloni o Conte, semplicemente non ci saremo noi di Italia viva».
Il riferimento è alle prossime elezioni politiche, ma lo sguardo è rivolto alla partita per il Colle. Con i suoi Matteo Renzi è stato parco di particolari sulla strategia che vuole seguire: «Fino all'inizio delle votazioni per il prossimo presidente della Repubblica dovete stare fermi», ha detto nelle scorse ore ai fedelissimi. «Aspettiamo, e vediamo le mosse degli altri. Poi decideremo come collocarci». Ossia: se si costituirà una larga e convinta alleanza pro-Draghi al Quirinale, con i leader dei principali partiti (da Enrico Letta a Giuseppe Conte, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini) impegnati in prima linea, sarebbe difficile per colui che è stato il primo sponsor della sostituzione di Conte con Mario Draghi sottrarsi. Renzi è convinto, come ha ripetuto più volte, che «Draghi sarebbe un grande presidente della Repubblica, come è un grande presidente del Consiglio».
Ma se la Grande Alleanza non si costituirà, Matteo Renzi si tiene pronto a giocare le sue carte per mandare all'aria le strategie altrui, e provare ad imporre una soluzione «centrista» (Casini, Pera o altri) capace di evitare il rischio di voto anticipato.
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