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Renzi: "Torno semplice cittadino" ma non ci crede manco lui

Matteo Renzi su Facebook: "Non ho un seggio parlamentare, non ho uno stipendio, non ho un vitalizio, non ho l'immunità"

Renzi: "Torno semplice cittadino" ma non ci crede manco lui

Per Matteo Renzi è stata la settimana più difficile e gli addìì sono sempre il momento più difficile. Certo, lui spero di tornare già in primavera a Palazzo Chigi ma intanto ha dovuto traslocare e stanotte ha raccontato su Facebook il suo rientro in Toscana.

Renzi torna a casa

"Torno a Pontassieve, come tutti i fine settimana. Entro in casa, dormono tutti. Il gesto dolce e automatico di rimboccare le coperte ai figli, un'occhiata alla posta cartacea arrivata in settimana tanto ormai con internet sono solo bollette, il silenzio della famiglia che riposa", scrive con un po' di romanticismo prima di lasciarsi prendere dalla malinconia."Tutto come sempre, insomma. Solo che stavolta è diverso. Con me arrivano scatoloni, libri, vestiti, appunti. Ho chiuso l'alloggio del terzo piano di Palazzo Chigi. Torno a casa davvero", aggiunge quasi come a rendersi conto che, per il momento, non può tornare indietro nonostante i "mille giorni di governo fantastici". Giorni in cui rivendica d'aver portato a termine molte riforme "dal lavoro ai diritti, dal sociale alle tasse, dall'innovazione alle infrastrutture, dalla cultura alla giustizia". "Mi sono dimesso. Sul serio. Non per finta. Lo avevo detto, l'ho fatto. Di solito - scrive l'ormai ex premier - si lascia Palazzo Chigi perché il Parlamento ti toglie la fiducia. Noi no. Noi abbiamo ottenuto l'ultima fiducia mercoledì, con oltre 170 voti al Senato. Ma la dignità, la coerenza, la faccia valgono più di tutto. In un Paese in cui le dimissioni si annunciano, io le ho date". "Ho mantenuto l'impegno, come per gli 80 euro o per l'Imu. Solo che stavolta mi è piaciuto meno", scrive mostrando che la sconfitta 60 a 40 di una settimana fa brucia ancora.

Le dimissioni bruciano ancora

Renzi, però, è uomo d'onore. "Mi sono dimesso. Sul serio. Non per finta. Lo avevo detto, l'ho fatto. Di solito - scrive l'ormai ex premier - si lascia Palazzo Chigi perché il Parlamento ti toglie la fiducia. Noi no. Noi abbiamo ottenuto l'ultima fiducia mercoledì, con oltre 170 voti al Senato. Ma la dignità, la coerenza, la faccia valgono più di tutto. In un Paese in cui le dimissioni si annunciano, io le ho date". "Ho mantenuto l'impegno, come per gli 80 euro o per l'Imu. Solo che stavolta mi è piaciuto meno", prosegue inserendo un'emoticon col sorriso per non perdere l'empatia con i più giovani che, purtroppo per lui, gli hanno voltato le spalle nella cabina elettorale. "Torno semplice cittadino. Non ho paracadute. Non ho un seggio parlamentare, non ho uno stipendio, non ho un vitalizio, non ho l'immunità. Riparto da capo, come è giusto che sia. La politica per me è servire il Paese, non servirsene", aggiunge usando un linguaggio da grillino e augurando buon lavoro al suo successore. "Noi siamo per l'Italia, non contro gli altri", sottolinea lasciando intendere che esista un "noi" da cui ripartire e quindi quel "torno semplice cittadino" è una frase a cui non crede nessuno, lui per primo anche se, per il momento, vuole stare lontano dai giochi di 'Palazzo' per dedicarsi alla famiglia.

La promessa implicita: ripartire subito

Che la politica sia sempre nei suoi pensieri lo si capisce dal finale malinconico ma battagliero."Ho sofferto a chiudere gli scatoloni ieri notte, non me ne vergogno: non sono un robot. Ma so anche che l'esperienza scout ti insegna che non si arriva se non per ripartire" ed è per questo che, poi, aggiunge: "Ai milioni di italiani che vogliono un futuro di idee e speranze per il nostro Paese dico che non ci stancheremo di riprovare e ripartire. Ci sono migliaia di luci che brillano nella notte italiana. Proveremo di nuovo a riunirle. Facendo tesoro degli errori che abbiamo fatto ma senza smettere di rischiare: solo chi cambia aiuta un Paese bello e difficile come l'Italia". "Noi siamo quelli che ci provano davvero. Che quando perdono non danno la colpa agli altri. Che pensano che odiare sia meno utile di costruire. E che quando la sera rimboccano le coperte ai figli pensano che sì, ne valeva la pena. Sì, ne varrà la pena. Insieme. Ci sentiamo presto, amici.

Buona notte, da Pontassieve", conclude Renzi volendo segnare nuovamente una discontinuità rispetto ai suoi avversari interni ed esterni.

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