Guerriglia a Roma. Trasferiscono 300 rom a Torre Maura, i cittadini scendono in strada e incendiano cassonetti. Barricate in via Codirossoni, alla periferia est della capitale, alla notizia dell'arrivo di un centinaio di famiglie di etnia sinti provenienti dal vecchio centro di accoglienza di via Toraldo, a Torre Angela. Sul posto gli agenti del reparto mobile accorsi per scortare i nuovi inquilini. Le famiglie rom sono state sistemate in un ex clinica privata nata per la riabilitazione motoria e oggi gestita da una coop. «Una gara europea vinta regolarmente» spiegano gli operatori che ieri hanno dovuto fronteggiare decine di residenti infuriati. «Gli zingari rubano e qui non ce li volemo» urlano alcune persone mentre rovesciano tre grandi secchioni della spazzatura bloccando il traffico e impedendo la consegna dei pasti. Qualcuno porta della benzina, altri ancora stracci imbevuti di alcol. In pochi secondi un muro di fuoco divide in due la carreggiata. Una protesta durissima che segue la notizia dell'apertura di un centro di accoglienza per richiedenti asilo provenienti da Lampedusa a Settecamini. In quel caso lo stabile, abbandonato e sfitto da 15 anni, doveva diventare un centro anziani. Progetto riconvertito in un centro commerciale, infine uno Sprar coordinato direttamente dal ministero dell'Interno con fondi europei.
Un «parcheggio» di prima accoglienza in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato politico. «Siamo nati qui e qui vogliamo morire - dicono - con gli zingari non vogliamo avere nulla a che fare». «Qui non ci sono servizi, siamo abbandonati al degrado e non vogliamo accogliere nessuno».
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