
La sinistra pugliese guadagna altro tempo, mentre l'ex Ilva di Taranto continua a periclitare. Il tavolo interistituzionale per la sigla dell'Accordo di programma, finalizzato al rilancio del siderurgico, non ha prodotto la firma tanto sospirata per la ripartenza dell'impianto che dovrà produrre acciaio green. Il sindaco dimissionario di Taranto, Piero Bitetti (in foto), ha fatto marcia indietro e si è presentato a Roma al ministero delle Imprese (tra l'altro in ritardo facendo attendere sia Urso che Pichetto Fartin), segno che - nonostante le minacce ricevute - in qualche modo ha ritrovato la tanto sospirata "agibilità politica". E, dopo oltre tre ore di vertice, si è presentato ai cronisti esultando per non aver firmato nulla e che comunque la nuova bozza di intesa passerà al vaglio del Consiglio comunale. La Provincia di Taranto, invece, ha abbandonato il tavolo, mentre il governatore pugliese Michele Emiliano ha cercato di dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
Il vertice tra governo, azienda ed enti locali è stato aggiornato a martedì 12 agosto. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha affermato che si è trovata l'intesa sulla piena decarbonizzazione e che si andrà avanti "ad oltranza nella piena consapevolezza che serve il più ampio consenso per coniugare ambiente, salute e lavoro". Nel frattempo, la prossima settimana si aggiornerà il bando di gara di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria per la decarbonizzazione dell'impianto. La bozza di Accordo di programma prevede che l'obiettivo si realizzerà "mantenendo la produzione annua di acciaio costante e invariata e con la graduale introduzione delle nuove tecnologie per la produzione di acciaio a più basse emissioni nel sito di Taranto attraverso la sostituzione progressiva delle attuali tre unità produttive (altiforni) a ciclo integrale, con tre impianti di produzione da forno elettrico".
Il processo verrà realizzato "nell'arco temporale di sette anni, con possibilità di proroga di 12 mesi" e "le diverse fasi del processo di decarbonizzazione inizieranno nel 2026 e saranno completate entro il 2032 e consisteranno nella graduale sostituzione degli attuali altiforni con unità produttive a basse emissioni".