Roma - Licenziamento per i furbetti del cartellino e riforma delle partecipate. Il governo approva la seconda versione dei provvedimenti che erano stati bocciati dalla Corte costituzionale per un difetto di metodo (non era stata sentita la Conferenza Stato Regioni). Il consiglio dei ministri di ieri ha invece rinviato il testo unico sul pubblico impiego, cioè la riforma organica della Pa che comprende anche la stabilizzazione dei precari. Un cambiamento dell'agenda dettato dal ministero dell'Economia. La riforma delle partecipate deve essere approvata in fretta perché sarà parte della manovra correttiva da 3,7 miliardi, mentre su tutta la riforma servono ulteriori chiarimenti sui costi.
Nel caso dei furbetti del cartellino confermate le caratteristiche principali. Sospensione entro 48 ore per i dipendenti pubblici che timbrano e poi si assentano dal posto di lavoro, colti in flagrante con telecamere o altri strumenti che registrano. Il licenziamento arriva entro 30 giorni, al termine del procedimento disciplinare.
La sospensione in via cautelativa prevede il blocco dello stipendio, fatta eccezione per l'assegno alimentare. Elementi già presenti nella legge già approvata. Le modifiche riguardano un allungamento dei tempi in cui la Corte dei conti potrà chiedere un risarcimento per i danni all'immagine della Pa prodotti dal dipendente licenziato.
Sulle società partecipate dalle autonomie locali che devono essere sciolte, la novità è che al posto della classificazione per fatturato, il ministero dell'Economia dovrà individuare cinque fasce che comprenderanno «indicatori dimensionali quantitativi e qualitativi». La differenza è una maggiore discrezione di regioni ed enti locali. Le società a controllo pubblico avranno più tempo (entro il 30 giugno 2017) per fare «la ricognizione del personale in servizio, per individuare eventuali eccedenze». Slittato al 31 luglio anche il termine per adeguare le società a controllo pubblico alle disposizioni in tema di governance societaria.
Sono fatte salve dalla tagliola «le partecipazioni nelle società aventi per oggetto sociale la produzione di energia da fonti rinnovabili» ed inoltre «le università possono costituire società per la gestione di aziende agricole con funzioni didattiche». I presidenti delle regioni potranno escludere dalla stretta alcune società dimostrando l'interesse che rivestono. Una concessione importante ai governatori.
Ancora in alto mare la riforma complessiva del pubblico impiego, slittata al 23 febbraio. Il governo e i sindacati stanno ancora trattando sui nodi principali, in particolare sul potere del contratto rispetto alla legge e come modulare gli aumenti di stipendio. Rinviato anche il decreto con la riforma della dirigenza sanitaria, questa volta perché manca l'accordo con le regioni. Il punto critico è la nomina dei direttori generali e delle Asl.
Allo stato dovrebbe andare il compito di fare un albo nazionale di direttori generali dal quale i governatori possono scegliere. La ricetta del governo privilegia i professori universitari rispetto ai dirigenti pubblici, i governatori sono contrari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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