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Revocato il lockdown. La Merkel chiede scusa

Dodici ore di riunione di fila fra Angela Merkel e i sedici presidenti dei Länder tedeschi non sono servite a nulla

Revocato il lockdown. La Merkel chiede scusa

Dodici ore di riunione di fila fra Angela Merkel e i sedici presidenti dei Länder tedeschi non sono servite a nulla. E la conferenza stampa, tenuta nella notte fra lunedì e martedì per annunciare un nuovo tipo di lockdown, breve e durissimo a cavallo della Pasqua, è da dimenticare.

C'è grande confusione in queste ore a Berlino e Angela Merkel ha ammesso le proprie difficoltà. Vestito giallo su fondale blu, mercoledì la cancelliera ha approntato una conferenza stampa a sorpresa. «Ho deciso di non varare le norme necessarie per la chiusura supplementare durante la Pasqua», ha affermato fra lo stupore dei giornalisti.

«L'idea di una chiusura pasquale ha proseguito è stata concepita con le migliori intenzioni perché dobbiamo rallentare e invertire la terza ondata della pandemia. Eppure è stato un errore». Penelope al contrario, Merkel ha disfatto di giorno quanto intessuto di notte. Troppe le resistenze dei Länder, le proteste delle opposizioni e dei commercianti: chiudere alimentari e supermercati di giovedì santo avrebbe solo complicato la vita dei cittadini resa già difficile dalla chiusura di venerdì santo, Pasqua e Pasquetta.

Governo e Länder avevano deciso di trasformare giovedì 1° aprile in una non meglio definita «giornata di riposo». Ieri Angela Merkel ha riconosciuto che troppe questioni tecniche e logistiche - dai salari, ai giorni di ferie, ai turni di raccolta della spazzatura - sarebbero rimaste irrisolte.

Così ha fatto marcia indietro: «Questo errore è solo mio, perché sono io che ho la responsabilità ultima di tutto. Un errore deve essere riconosciuto come tale e deve essere corretto in tempo utile».

Figlia di un pastore luterano, la cancelliera conosce bene il significato del termine responsabilità e lo dimostra. Il suo ruolo è guidare il Paese fuori dalla pandemia, «invece sono ben consapevole che questo processo sta causando ulteriori incertezze: me ne rammarico e mi scuso con tutti i cittadini», ha aggiunto la cancelliera.

Problema risolto? Non propriamente. Merkel e il suo governo sono in affanno, e la leggerezza con cui la mini serrata pasquale è stata avanzata e ritirata senza peraltro presentare un'alternativa lo dimostra. Il piano vaccinale arranca, il Paese è in lockdown dallo scorso dicembre e ci resterà fino al 18 aprile. Eppure i contagi corrono senza freno per la terza volta.

Al male da virus si aggiunge poi quello politico. Il bisogno di fornire al Paese centinaia di milioni di mascherine ha prodotto una brutta serie di scandali su presunte commissioni e tangenti in cui sono rimasti coinvolti diversi deputati del partito di Merkel, la Cdu, e della formazione-sorella bavarese, la Csu. Sospetti su possibili malversazioni da parte del ministro federale della Sanità Jens Spahn (della Cdu) hanno indebolito l'immagine dell'esecutivo già fiaccato dal pessimo risultato elettorale, sempre della Cdu, alle recenti elezioni in due Länder occidentali.

Per senso di disciplina nei confronti degli alleati di governo tacciono i socialdemocratici e anche i Verdi tengono la lingua a freno. Si sono invece ringalluzziti i Liberali il cui leader Christian Lindner ha chiesto «un voto di fiducia al Bundestag per verificare la capacità di azione del governo Merkel». Anche Dietmar Barsch dei social-comunisti (Die Linke) ha chiesto una verifica davanti «a tanto dilettantismo». Dello stesso avviso i sovranisti di AfD.

Un singolo errore e una serie di disastri del suo partito obbligheranno la quattro volte cancelliera a strigliare la Cdu e a farsi strigliare dai socialdemocratici in Parlamento per guidare la Germania fino alle elezioni il prossimo settembre.

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