Stop. Sia alla preannunciata invasione di disperati dall'Africa; sia, soprattutto, all'indulgenza nei confronti di Renzi. Un premier definito «imbelle» da Paolo Romani e «al capolinea» da Renato Brunetta. Forza Italia schiera il suo stato maggiore in Senato in una conferenza stampa indetta per mostrare i muscoli. Gli azzurri sono e saranno scatenati sul tema dell'immigrazione e non faranno alcuno sconto al presidente del Consiglio. Lo inchioderanno alle sue responsabilità, trascinando l'intero governo alle Camere per metterlo con le spalle al muro. «Cos'ha fatto fino ad ora e cosa ha intenzione di fare Renzi di fronte a una vera e propria invasione prevista nei mesi estivi? Nulla. E ciò non è più tollerabile», dice Paolo Romani che spesso vestiva i panni del poliziotto buono lasciando quelli del cattivo a Brunetta. Questa volta no. «Siamo in emergenza assoluta e abbiamo chiesto la convocazione immediata di una capigruppo per discutere una nostra mozione sul tema. Il presidente Grasso ha acconsentito». Giù le carte, insomma; basta selfie, annunci e spot elettorali perché «non vogliamo che il Mediterraneo diventi un cimitero di bambini, donne e uomini». Una mossa a tenaglia perché anche alla Camera si farà lo stesso anche se, dice Brunetta, «la Boldrini non ha ancora risposto. Ma qui non si parla più di immigrazione ma di sicurezza e abbiamo tutti i diritti di difenderci». Brunetta sciorina gli impegni che aveva preso il governo all'inizio del semestre europeo sul tema; risultati? Zero. Quindi Brunetta dà una notizia: «Ma lo sapete che qualsiasi decisione sulle quote è rinviata a settembre? Il che vuol dire che per tutta l'estate la gestione del problema sarà solo nostra». Nella sala Nassirya del Senato le facce scure e preoccupate, oltre che dei capigruppo azzurri, di Deborah Bergamini, Elio Vito, Simone Baldelli, Mariastella Gelmini, Laura Ravetto, cui si aggiungeranno poi Giovanni Toti e Paola Pelino.
Le proposte azzurre verranno messe nero su bianco in una mozione ma il nocciolo della questione già trapela in conferenza stampa: «Dobbiamo fermare l'invasione di immigrati che è ingestibile e per farlo dobbiamo intervenire anche militarmente. Dobbiamo andare a prendere le barche prima che partano. Siamo in grado di farlo, il governo ci dica perché non vuole farle», dicono in coro. Toti spiegherà poi: «Non si tratta di andare a fare una guerra ma di utilizzare la Marina militare per bloccare l'esodo. Creiamo delle zone sicure sulle coste d'Africa. Mi auguro che intervengano l'Europa, l'Onu o qualsivoglia «alleanza intergalattica»; ma se non interviene alcuna delle istituzioni internazionali perché paralizzate, l'Italia ha il diritto di difendere i propri confini con gli strumenti tipici di uno Stato sovrano».
Deborah Bergamini suggerisce di colpire il portafoglio dei partner europei riottosi a sobbarcarsi parte del problema: «Ai Paesi che si rifiutano di dare una mano, come la Polonia ma non solo, perché non riduciamo i fondi strutturali Ue?». Laura Ravetto, invece, illustra un'altra via d'uscita: «Bisogna superare la regola dello Stato di primo approdo contenuta nel regolamento di Dublino che ci obbliga a procedere in assoluta solitudine alla prima accoglienza. E questo è possibile proprio in base al regolamento di Dublino che ammette a qualunque Stato di farsi carico di una quota di migranti per ragioni umanitarie. Renzi faccia pressioni sui partners europei immediatamente». «Per Renzi inizierà il Vietnam», giura Brunetta.
di Francesco Cramer
Roma
I rifugiati sbarcati in Italia che dovrebbero essere trasferiti negli altri Paesi Ue per il sistema delle quote
La cifra spesa dall'Italia l'anno scorso per gestire l'emergenza immigrazione
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.