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Berlusconi: "Nuova fase costituente con un piano di riforme"

Il Cav spinge per una nuova fase costituente per far ripartire il Paese: "È il momento delle riforme, occorre il contributo di tutti"

Berlusconi: "Nuova fase costituente con un piano di riforme"

I danni che lascerà lo tsunami Coronavirus abbattutosi sull'Italia saranno notevoli, soprattutto dal punto di vista economico. Specialmente ora i cittadini hanno bisogno di misure e aiuti concreti per non peggiorare quella che risulta essere già una situazione piuttosto delicata. Pertanto è giunta l'ora di una nuova fase costituente per tentare di far ripartire il Paese nel migliore dei modi. Ne è convinto Silvio Berlusconi, che spinge per una nuova stagione di riforme: "È oggi il momento delle riforme. Ora o mai più". In un'intervista rilasciata al magazine online dell'Eurispes, il Cav ha sottolineato l'importanza di un nuovo patto economico e sociale - così come auspicato da Ignazio Visco, il governatore della Banca d'Italia - tra tutte le componenti della società: "Per farlo, occorre evidentemente il contributo di tutti: famiglie, imprese, università, banche, cultura e naturalmente politica di maggioranza e di opposizione".

Sulle tempistiche di arrivo dei fondi europei necessari per la ricostruzione restano ancora dubbi, ma il presidente di Forza Italia è del parere che questa è da intendersi come un'occasione per scrivere il piano nazionale delle riforme, cioè un vero e proprio programma da presentare ai cittadini e all'Unione europea "contenente la lista delle riforme da fare nel prossimo triennio, con le relative tempistiche e i relativi costi". È da considerarsi come un documento articolato e complesso ma allo stesso tempo indispensabile poiché alla base ha l'intenzione di dare una programmazione di medio-lungo termine alle opere indispensabili da fare: "Essendo un programma a lunga scadenza, deve quindi essere scritto comunemente, con il contributo di tutti, perché deve prescindere dai governi che lo attueranno in futuro".

Flat Tax e pace fiscale

L'ex presidente del Consiglio ha ribadito la propria ricetta per assicurare la ripresa dell'Italia. Assicurare nuove condizioni di efficienza per le imprese che operano in Italia e/o hanno delocalizzato la produzione: questa il principio di fondo. In che modo? "Attraverso l’introduzione di una Flat Tax, la riduzione dei costi dell’energia, la riduzione del costo del lavoro, il rafforzamento dei rapporti con i grandi venture capitals internazionali, il rafforzamento della normativa sui Mini corporate bonds". E bisognerebbe favorire spazi a fiscalità zero e costi zero specialmente nelle macroregioni del Sud. Il motto della Flat Tax è noto: "Pagare meno per pagare tutti". Ecco perché sarebbe una rivoluzione fiscale: un'aliquota unica per tutti, progressiva, darebbe più certezze e garantirebbe un sistema fiscale più equo e vicino ai cittadini. "Ridurre la pressione fiscale significa restituire potere d’acquisto alle famiglie, per cui aumentano i consumi, e dotare di liquidità le imprese, per cui aumentano gli investimenti", ha aggiunto.

Altro tassello cruciale sarebbe l'istituzione di una pace fiscale "per tutti i piccoli contribuenti che si trovano attualmente in condizioni di difficoltà economica". E contestualmente andrebbe eliminata "l’imposta 'rapina' introdotta dal governo Prodi sulle imprese". Forza Italia nei giorni scorsi ha presentato un primo emendamento al dl Rilancio per l'abolizione della tassa in questione. Infine Berlusconi si è espresso sulle (in)capacità del governo giallorosso di spendere i 170 miliardi di euro stanziati dall'Europa.

Criticità e perplessità in merito non mancano, visto che l'esecutivo "non ha ancora neppure redatto il piano nazionale delle riforme che avrebbe dovuto accompagnare il Documento di economia e finanza di aprile".

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