«Pasti leggeri, a orari stabiliti, fare meno tappe possibili e tanti selfie». Giuseppe Conte deve evitare di stancarsi e non si deve appesantire. Nonostante i molti disguidi, alcuni aspetti dell'organizzazione del tour del presidente del M5s sono curati in maniera dettagliatissima. Dalla dieta ai chilometri da percorrere ogni giorno. Evidentemente la pizza a Napoli e la focaccia in Liguria sono state soltanto delle eccezioni a favore di telecamere e fotografi, i collaboratori tengono alla silhouette del leader, che ha rinnovato immagine e guardaroba, passando dall'abito compassato con pochette al più informale completo scuro con camicia bianca e senza cravatta. Un deputato coinvolto nell'organizzazione di uno degli eventi del tour racconta al Giornale la preparazione della visita dell'avvocato del popolo italiano: «Prima che arrivasse ci hanno detto anche il menù di Conte, che deve mangiare leggero e a orari prestabiliti». Un promemoria inviato da Roma a tutti i referenti sul territorio chiamati ad accogliere l'ex presidente del Consiglio. Nel vademecum si consiglia di fare poche tappe per ogni zona, massimo quattro a una distanza ravvicinata, anche se negli ultimi giorni i ritmi si stanno facendo più intensi. Le indicazioni, comunque, sono sintomatiche di una certa stanchezza, avvertita realmente dal neo leader, come ha confessato lui stesso nel suo discorso di Finale Emilia, nel modenese. Perciò l'attenzione all'immagine si è fatta spasmodica. Chi è stato presente agli incontri parla di un Conte indaffarato a scattare selfie a più non posso, un'altra pratica raccomandata nelle istruzioni per il tour.
Nulla di strano, ma è la cartina di tornasole delle tante lamentele che circolano nei gruppi parlamentari. Soprattutto sulla paura che il giro dell'ex premier attraverso l'Italia serva più alla costruzione di una leadership carismatica che a fare campagna elettorale per il M5s in vista delle amministrative. Gli occhi attenti di chi assistito alle incursioni di Conte hanno notato un altro particolare: i comizi non avvengono quasi mai da un palco classico, sopraelevato rispetto alla platea, ma di solito sono in mezzo alla gente, oppure su palchetti bassi un po' improvvisati. E questo fa il paio con la strategia delle «passeggiate». Meglio una camminata nel centro di ogni città, salutando gli avventori, i curiosi e i simpatizzanti, piuttosto che andare a chiudersi in una sezione e poi arringare la folla.
Grattando dietro il libretto di istruzioni per il tour di Conte, troviamo il caos all'interno del suo staff. «Lo hanno commissariato i gruppi di Camera e Senato, ora non ha una squadra stabile, ma di volta in volta gli stanno mandando persone da Roma che lavorano in Parlamento», spiegano dal M5s. Con Rocco Casalino a mezzo servizio, l'avvocato di Volturara fatica a trovare un nucleo di collaboratori fidati.
Una situazione non semplice per un capo partito che aspira a tornare a Palazzo Chigi.
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