Coronavirus

Ricoveri giù, ma in Lombardia più di 10mila morti

Diminuiscono i pazienti in terapia intensiva. Gallera: «Attenti a Milano, state a casa»

Ricoveri giù, ma in Lombardia più di 10mila morti

Per il quinto giorno consecutivo c'è il segno meno di fronte al numero dei ricoverati per Covid-19 e anche in quello dei pazienti in terapia intensiva, 88 in meno rispetto a mercoledì per un totale di 3.605 malati gravi. Un trend, quello sottolineato dal capo della protezione civile Angelo Borrelli, che continua a ridurre la pressione sul sistema sanitario, mentre la maggior parte dei pazienti sono in isolamento senza sintomi o sintomi lievi, il 67 per cento del totale. «Ma la battaglia non è vinta, dobbiamo continuare ad adottare comportamenti responsabili», ribadisce Borrelli. Le persone che hanno contratto il virus dall'inizio dell'epidemia sono 143.626, un dato che comprende anche il numero dei deceduti e dei guariti, con un incremento giornaliero di 4.204. Mentre con i 1.615 risultati positivi nelle ultime 24 ore, il numero degli attualmente infettati tocca quota 96.877. Buone notizie dal dato dei guariti, 1.979, che fa salire a 28.470 il totale delle persone che hanno sconfitto l'infezione. Mentre il numero dei decessi è ancora alto e pure in lieve aumento: 610 le persone che non ce l'hanno fatta, rispetto alle 542 di mercoledì, per un totale di 18.279 morti, dei quali più di 10mila in Lombardia. Ma tra i dati nazionali ancora allarmanti dei morti, il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, ha voluto evidenziarne alcuni positivi: «In dieci regioni del centro-sud e a Bolzano il numero dei decessi è inferiore alle 10 unità. Questo è un successo importante da attribuirsi alle misure di restrizione». Indicazioni che si dovranno rispettare rigorosamente anche a Pasqua e Pasquetta, insiste Locatelli, per poter poi arrivare ad una fase due, che sarà decisa dalla politica, ma che dovrà «avere carattere di ordine nazionale, piuttosto che regionale, valutando i profili di rischio dei vari lavoratori». «Tutto quello che riguarderà politiche di riaccensione delle attività produttive non essenziali - aggiunge il presidente del Consiglio superiore di sanità - andrà fatto con molta cautela per evitare di andare incontro alla seconda ondata».

È sempre la Lombardia a «guidare» l'epidemia con 54.802 positivi, 1.388 in più rispetto a mercoledì. Numeri in aumento, ma perché cresce il numero dei tamponi effettuati, spiega l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera: «A Milano la situazione è stabile, anche se la linea continua ad oscillare. Dobbiamo insistere ancora di più.

Va da sé che dovremo passare il week end di Pasqua in casa rispettando le misure restrittive previste dalle ordinanze».

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