L'impennata dei giovani che tornano dai viaggi all'estero positivi al Covid e la movida senza regole continuano a far crescere la curva epidemica e il governo corre ai ripari per frenare i contagi. Le maglie delle regole anti-pandemia con l'estate sono state allentate e adesso è arrivata una stretta, discussa ieri nel corso di un vertice governo-regione per mettere a punto le nuove disposizioni sanitarie nei confronti di chi rientra dall'estero e regole più rigorose per limitare gli assembramenti soprattutto nei luoghi di villeggiatura. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato un'ordinanza per sottoporre a tamponi rapidi chi torna da Spagna, Croazia, Malta e Grecia. Una soluzione che evita la quarantena a chi è partito senza limitazioni. «Dobbiamo continuare sulla linea della prudenza per difendere i risultati raggiunti con il sacrifico di tutti», ribadisce il ministro. Il governo ha reso obbligatorio il test molecolare o antigenico, con risultato entro 48 ore dal rientro del viaggio (in attesa del quale sarà necessario rimanere a casa), solo a chi ritorna dai Paesi più a rischio, quelli con un'alta incidenza di contagi. Inoltre è stato aggiunta la Colombia alla lista dei Paesi per cui è previsto il divieto di ingresso e transito in Italia.
Le regioni, convocate dal ministro Francesco Boccia per fermare la corsa alle ordinanze che si era scatenata negli ultimi giorni rischiando di creare il caos e anche confusione a livello europeo, hanno subito condiviso con il governo la necessità di una stretta delle misure per chi rientra dall'estero. L'ordinanza di Speranza interviene per uniformare le regole su tutto il territorio. «Ben venga il provvedimento del governo», dice Luca Zaia, presidente del Veneto. «Una decisione importante», per Attilio Fontana, governatore della Lombardia. D'accordo il virologo Massimo Clementi, che mette però in guardia dalla difficoltà di controllare chi rientra in auto.
Nel corso della riunione è stato poi affrontato il tema delle regole nei luoghi di vacanza. Anche qui il governo vorrebbe intervenire con regole comuni per evitare che le amministrazioni locali si muovano in ordine sparso: c'è chi vieta i falò di ferragosto in spiaggia, chi impone le mascherine anche all'aperto, chi chiude le discoteche all'aperto e chi le apre. La linea è quella di uniformare le misure, confermando i divieti di assembramento e rafforzando i controlli per farli rispettare. Se ciò non accadrà potrebbe tornare l'obbligo delle mascherine anche all'aperto e il contingentamento dei luoghi di ritrovo. Il rischio è che la nuova stretta possa frenare l'imminente ripartenza di sagre e crociere. Osservate speciali rimangono le discoteche, dove ogni sera si accalcano migliaia di giovani senza protezioni. «La questione delle discoteche è nazionale», dice il presidente della Puglia, Michele Emiliano. E non è escluso che il governo intervenga chiedendone la chiusura. Per ora ci stanno pensando i governatori. Quello della Sardegna, Christian Solinas, preoccupato per i contagi in salita, aveva annunciato il pugno duro ma alla fine ha emesso un'ordinanza con cui le lascia aperte, ma si potrà ballare mantenendo due metri di distanza.
In attesa di un provvedimento nazionale, la Toscana impone regole più strette dopo il caso della ragazza pisana risultata positiva al ritorno dalla Grecia che, in attesa dell'esito del test, ha trascorso una serata in una discoteca di Marina di Pietrasanta: adesso 550 ragazzi che erano alla serata hanno chiamato la Asl per segnalare la loro presenza. Per Walter Ricciardi, consulente di Speranza, «le discoteche rappresentano un mix perfetto per aiutare il virus a diffondersi».
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