Il capitolo «giustizia» è uno dei più corposi del contratto di governo. Nelle bozze finora circolate sono dettagliatamente elencati tutti gli interventi calendarizzati che, salvo poche eccezioni, amplificano il potere discrezionale della magistratura. In primo luogo, si accenna a una riforma dell'elezione del Csm e a un ridisegno degli uffici giudiziari in modo da ripristinare le sedi tagliate per esigenze di risparmio dal governo Monti. Nell'ambito anticorruzione è prevista mano libera sulle intercettazioni e l'utilizzo dell'«agente provocatore» per cogliere in fallo potenziali delinquenti.
Si possono ascrivere a una matrice di centrodestra alcune previsioni come la riforma della legittima difesa, l'impossibilità di rientro in ruolo per i magistrati che entrano in politica e l'inasprimento delle pene per le violenze sessuali e per i reati commessi da minori.
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