La riforma dei tributi. "Autonomia ai territori"

Nuovo passo verso il federalismo fiscale: arriva il via libera del Cdm ai decreti attuativi

La riforma dei tributi. "Autonomia ai territori"
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Per il governo è un altro tassello verso il federalismo fiscale. Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto attuativo della riforma fiscale, sui tributi delle Regioni e degli enti locali. Che di fatto, per Palazzo Chigi, è un ampliamento dell'autonomia per i territori, mentre, come spiega il viceministro all'Economia Maurizio Leo (foto), per cittadini e imprese significa «una maggiore semplificazione». La direzione è quella che corre verso l'autonomia differenziata, consentendo entrate proprie ai singoli enti locali. Ma anche una semplificazione delle procedure burocratiche, ferma restando la lotta all'evasione fiscale.

Il decreto riguarda la riscossione dei tributi regionali e locali: «Si semplificano le procedure e rendendole più vicine ai cittadini - continua il viceministro - Come già fatto per i tributi erariali, anche gli enti territoriali potranno ora incentivare l'adempimento spontaneo attraverso misure concrete». Per incentivare il pagamento dunque viene previsto un sistema premiale per chi paga con addebito diretto in conto corrente, l'invio di lettere di compliance e di avvisi bonari prima di avviare accertamenti, e la possibilità di introdurre «forme di definizione agevolata», con riduzione di sanzioni e interessi. Un provvedimento che è «il risultato di un lavoro portato avanti con il ministro Calderoli in uno spirito di piena collaborazione tra Mef e ministero per gli Affari regionali», precisa ancora Leo. Per le Regioni tra le novità c'è l'introduzione dell'avviso di accertamento esecutivo, che accelera i tempi della riscossione, e «si semplifica la gestione della tassa automobilistica». Si interviene anche sulle Province: «Qui mettiamo fine a un'anomalia che creava un forte dumping fiscale - dice Leo - d'ora in poi il gettito dell'imposta provinciale di trascrizione sarà assegnato alla provincia dove è gestita concretamente l'attività e non dove è solo domiciliata la sede legale». Quanto ai Comuni, il decreto stabilisce una maggiore proporzionalità delle sanzioni su Imu, Tari, e imposta di soggiorno. Prevede poi che vengano riunificati in un unico modello telematico gli adempimenti dell'Imu.

Inoltre, per il triennio 2025-2027, «si eleva dal 50% al 100% la quota da attribuire ai Comuni per le maggiori somme accertate e riscosse al fine di intensificare la partecipazione al recupero dell'evasione».

Secondo Leo questa riforma è «la dimostrazione che autonomia e responsabilità possono camminare insieme. È una visione di Nazione che valorizza i territori, rende il fisco più equo e vicino ai contribuenti, rafforzando il patto tra Stato e cittadino». Si tratta di un altro tassello importante nel progetto di riforma fiscale intrapreso da questo Governo, un percorso che l'Italia aspettava da oltre mezzo secolo».

Intanto sul tavolo della maggioranza, spinta dalla Lega, c'è anche da definire la nuova rottamazione.

«Stiamo lavorando a una rateizzazione larga in 120 rate mensili costanti, un obiettivo che vogliamo realizzare per sanare l'arretrato fiscale e contributivo di 23 milioni di italiani - spiega il leghista Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Finanze della Camera - Si tratta di circa 160 milioni di cartelle esattoriali in continua crescita. In questo modo i cittadini potranno regolarizzare i debiti accumulati e lo Stato vedrà aumentare le entrate».

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