Intoccabili. Così, spesso, sono visti gli statali. Fino a oggi infatti, come scrive Il Messaggero, il loro licenziamento "è stato considerato quasi un ossimoro, una contraddizione in termini". Ma qualcosa sembra ora cambiare.
Ne ha parlato ieri Matteo Renzi, durante la sua conferenza stampa: il tema degli statali sarà affrontato nella riforma Madia. In essa, in realtà, più che i licenziamenti si regolarizzeranno con più precisione le entrate e le assunzioni, anche perché la possibilità di licenziamento per uno statale è stata regolarizzata dalla riforma Brunetta e "persino l'allontanamento del dipendente pubblico poco produttivo, il fannullone evocato ieri da Renzi, è già possibile. Chi per un biennio ottiene valutazioni insufficienti può essere messo alla porta. Alla stregua di chi ruba, di chi molesta i colleghi e degli assenteisti". Tutte queste norme che migliorerebbero il rendimento della Pa, però, sono rimaste solamente sulla carta e non vengono applicate.
Ciò che invece modificherà la riforma Madia saranno le assunzioni, come scrive Il Messaggero: "Non ci saranno più i singoli ministeri o le
altre articolazioni dello Stato ad organizzare autonomamente i concorsi, ma ci sarà un'unica selezione" e, inoltre, "chi ha già lavorato con la Pa con contratti flessibili avrà un punteggio maggiore".
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