Perugia - Battere un colpo sul fronte del radicamento territoriale. Rivendicare l'orgoglio di appartenenza. Mostrare la vitalità del partito e chiudere il cerchio della mobilitazione politica settembrina.
Dopo il Sud con Giovinazzo, il Nord con Sirmione, arriva l'appuntamento di Forza Italia con il Centro e con Perugia. Antonio Tajani convoca nel capoluogo umbro il vertice del partito per una due giorni dedicata ai contenuti da sviluppare in autunno, ma anche alla ricerca della migliore strategia con cui incidere dentro il Ppe. Un rapporto, quello con la famiglia popolare, dipinto spesso a mezzo stampa come una relazione travagliata piuttosto che come una corrispondenza d'amorosi sensi. Una fotografia smentita in maniera forte dal segretario generale del Ppe, Antonio López-Istúriz, che in perfetto italiano soltanto moderatamente «spagnoleggiante», si profonde in una pubblica lode del legame di Forza Italia con l'Europa.
«I parlamentari europei di Forza Italia sono gente seria. Siamo orgogliosi di Antonio Tajani, stimato anche dai re di Spagna. È stato il vicepresidente vicario più votato, più votato dello stesso presidente del Parlamento europeo, più votato di Schulz». López racconta l'incontro di più di due ore avuto la sera prima a Palazzo Grazioli con Silvio Berlusconi. Con un plauso per l'opposizione responsabile. «Sono contento che Forza Italia stia lavorando con il governo sulle riforme, il Ppe sostiene questo processo. Lo sforzo politico deve essere unito, sia pure nella diversità. Abbiamo piena fiducia nel vostro lavoro. Forza Italia è il gruppo politico che più ha votato in conformità con le indicazioni del Ppe. Siamo orgogliosi di voi». Tajani - che ha voluto organizzare qui, nella «Perugia liberata» il suo convegno come omaggio «a un luogo simbolo nel quale è stata colta grazie ad Andrea Romizi la più inattesa delle vittorie» incassa da tanti dirigenti presenti, da Mariastella Gelmini ad Annamaria Bernini, da Katia Polidori fino a Marcello Fiori e Maurizio Gasparri, Ignazio Abrignani e Pietro Laffranco, un'investitura per una futura candidatura alla presidenza del Parlamento europeo. Lara Comi ricorda le battaglie condotte insieme all'allora commissario in difesa del Made in Italy. E assesta una stoccata al governo. «Ho chiesto al ministro Gozi quale sia lo stato dei colloqui con i tedeschi sul Made in Italy. Io dico: Renzi va a Bruxelles per la Mogherini? Ma chissenefrega, vada lì per il Made in Italy e per i marò».
Infine non manca un botta e risposta sulla governance del partito tra Raffaele Fitto e Giovanni Toti. Il dirigente pugliese tiene fede al suo desiderio di inasprire la linea di Forza Italia. «Non ci sto all'ipnosi verso Renzi. Sbagliamo a spellarci le mani durante il discorso sui mille giorni, perché il Renzi degli annunci è diverso da quello della realtà». Poi una stoccata su «modalità di rinnovamento del partito che rischiano di somigliare a un casting ». Una critica a cui Toti risponde con autoironia.
«Mi sento di rassicurare Fitto sul casting perché se i criteri fossero solo estetici io sicuramente non sarei qui. Piuttosto non vorrei che ci fosse la paura di qualcuno di perdere le proprie posizioni, perché questo è il modo migliore per perdere elettori».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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