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"Lo rimettiamo nella legge... È d'accordo anche Maria Elena"

Le carte dei pm scuotono tutto il Pd. Le frasi del ministro rivelano le manovre del compagno per fare affari con Total. Tirata in ballo la Boschi sull'emendamento e citato pure il premier

"Lo rimettiamo nella legge... È d'accordo anche Maria Elena"

Roma L'oro nero inguaia il governo. L'inchiesta potentina che vede indagato Gianluca Gemelli, compagno del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi (per lui il pm aveva chiesto l'arresto ai domiciliari, negato dal gip) e commissario di Confindustria Siracusa, è un terremoto che scuote Palazzo Chigi e il Pd. Oltre alla Guidi, intercettata numerose volte, nelle oltre 800 pagine dell'ordinanza del gip lucano c'è il coinvolgimento de relato del ministro Maria Elena Boschi che, secondo la collega (che ieri s'è dimessa), avrebbe garantito l'appoggio all'emendamento inserito dal governo nella legge di Stabilità, emendamento che, si legge nell'ordinanza, era «foriero di ricadute assolutamente favorevoli per le attività della Total». E c'è l'evocazione del «particolare interessamento», in «periodo preelettorale», di esponenti del «Partito democratico verso il territorio coinvolto direttamente o indirettamente dall'attività di estrazione petrolifera». Da trasformare, scrive il gip, in «campo di conquista anche attraverso vere e proprie guerre intestine tra le varie anime dello stesso partito». D'altra parte, l'ordinanza mette nero su bianco «che intorno agli investimenti petroliferi riguardanti il Centro Oli Tempa Rossa di Corleto Perticara si fosse concentrato un vero sistema di malaffare diffuso, interessante vari e diversificati livelli istituzionali». (Mal)affari in odore di petrolio che vedono i protagonisti parlare placidamente al telefono, finendo intercettati. Fin quando, a gennaio di un anno fa, una fuga di notizie mette molti, compresa la Guidi e il suo compagno, in allerta. Troppo tardi.

«ANCHE MARIA ELENA»

Il compagno della Guidi, Gemelli, secondo la procura di Potenza «sfrutta la relazione di convivenza che aveva con il ministro allo Sviluppo economico» per farsi promettere «indebitamente» dal dirigente Total Giuseppe Cobianchi appalti, subappalti e inserimento nella «bidder list» per società a lui riferibili. E tra le prime cose che Gemelli «sfrutta» c'è proprio l'emendamento che assegnava alla Guidi, scrive il gip, il «potere di concedere le opportune autorizzazioni alle società del settore petrolifero per tutte quelle opere ed infrastrutture che potevano agevolare la fase di stoccaggio e trasporto del materiale», eventualmente anche scavalcando le Regioni. Il 5 novembre 2014 la ministra spiega al compagno: «Poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d'accordo anche Maria Elena (ndr, il ministro Boschi) la... quell'emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte». L'obiettivo, spiega ancora il ministro a Gemelli è «rimetterlo dentro alla legge... con l'emendamento alla legge di stabilità, e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa (la concessione su cui aveva interesse Total e quindi le società di Gemelli, ndr) ehm, dall'altra parte si muove tutto».

IL GIOCO D'ANTICIPO

Gemelli prende bene la notizia, e si premura di comunicarla prima possibile al dirigente Total Cobianchi: «La chiamo per darle una buona notizia, ehm, si ricorda che tempo fa c'è stato casino, che avevano ritirato un emendamento... ragion per cui c'erano di nuovo problemi su Tempa Rossa. Pare che oggi riescano a inserirlo nuovamente al Senato, ragion per cui, se passa... e pare che ci sia l'accordo con Boschi e compagni... è tutto sbloccato». Il fidanzato della ministra sa che quella notizia vale proprio perché è riservata. E parlando con un dirigente di un'altra società, la Tecnimont, gli spiega di volersela vendere con l'amministratore delegato «con l'evidente intento di ingentilirsi anche i vertici della suddetta società». «Il problema è che glielo dobbiamo far sapere subito, perché se non ce lo giochiamo, mi segui? (...) D'accordo con la Boschi lo stanno reinserendo quell'emendamento (...) gliela giri quest'informazione? Gli deve arrivare prima che sia ufficiale, se no non abbiamo fatto niente, capito?».

TI PRESENTO IL MINISTRO

Gemelli non esita a «spendere» il nome della compagna per «incantare» il dirigente Total Cobianchi. A fine ottobre 2014 lo chiama per invitarlo a un convegno. «C'è tutto un ambiente interessante che le può servire, perché c'è il Ministro dello Sviluppo economico... perché, una volta che c'è sto Sblocca Italia e c'è il Ministro lì, mi e venuto subito in mente lei, mi spiego?». Dev'essersi spiegato, perché, annota il gip, nel contempo «il Cobianchi gli comunicava l'avvenuta autorizzazione del sub appalto per la sua azienda». Che verrà firmato per accettazione da Gemelli l'11 novembre 2014. Lo stesso giorno dell'incontro tra il dirigente Total e la Guidi.

IL SOTTOSEGRETARIO

Anche il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, ex governatore della Basilicata, finisce intercettato al telefono con il sindaco del comune «petrolifero» di Corleto Perticara Rosaria Vicino, esponente del Pd e sua fedelissima. Per i pm «più volte nel corso delle intercettazioni telefoniche, De Filippo ha rassicurato la Vicino di un suo intervento presso una non meglio specificata azienda con sede in Roma (seppure mai menzionata espressamente, la stessa è facilmente individuabile nell'Eni)».

CONTATTI FORTI CON RENZI

Ancora Gemelli, parlando con Cobianchi della Total, racconta di un incontro con il governatore lucano Marcello Pittella. E spiega che «lui, tramite il fratello (Gianni, ndr) che è al Parlamento Europeo ha dei contatti fortissimi con Renzi e quindi riesce a bloccare cose che ...(ride ndr)... che altri non ci arriverebbero».

LA FUGA DI NOTIZIE

Il 22 gennaio la Guidi parla con Gemelli, e i due «fanno espliciti riferimenti al probabile coinvolgimento del Gemelli in una questione non meglio specificata e alla possibilità di conseguenze politiche indirette anche per lo stesso ministro», che tra l'altro «più volte rimarca il fatto che non debbono esserci danni per entrambi». Per il gip è «verosimile» che i due parlino «delle indagini concernenti il presente procedimento penale». Qualcuno ha soffiato la notizia. Nei giorni successivi, l'ormai ex ministro chiede al fidanzato «se stesse andando ad acquisire un po' di notizie sul contesto». Alla fine il ministro si preoccupa: «adesso basta dai... non stiamo qui a parlarne adesso». Gemelli la prende in parola. E pochi giorni dopo, quando il ministro gli racconta di una lettera che ha ricevuto e che riguarda Total e Tecnimont, lui «riferisce alla compagna che così come lui non le riferisce nulla a proposito delle sue aziende così pretende che lei faccia lo stesso».

E il giorno dopo, per chiarire meglio il concetto al ministro che insisteva a parlarne, replica: «A me mi brucia l'orecchio col telefono!».

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