Nessun passo indietro da parte del governo sulla moratoria per le cartelle esattoriali, scaduta il 15 ottobre scorso. Già da ieri infatti, i funzionari dell'Agenzia delle Entrate hanno incominciato a dare il via libera agli invii delle richieste di pagamento congelate a marzo durante l'emergenza sebbene gli utili di imprese e professionisti siano stati molto ridotti. Ben 9 milioni di cartelle raggiungeranno 1,6 milioni di contribuenti nel Lazio, 1,1 milioni in Campania e 961mila in Lombardia con il restante dislocato qua e là nella Penisola. «Un durissimo colpo per chi già sta lottando per la sopravvivenza» il commento di Confcommercio Lombardia.
Tuttavia il governo tenta di rassicurare i cittadini spiegando che l'invio delle cartelle sarà graduale. Peggio ancora, invece, visto che un povero contribuente potrebbe ricevere ben due o tre cartelle nell'arco di pochi mesi e doversi dissanguare per riuscire a mettere assieme i soldi per ottemperare. Un altro duro colpo di cui lo stesso ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, aveva parlato riferendosi al riallineamento dei pagamenti che attraverserà i prossimi 6 o 7 mesi. E, nel frattempo, arriveranno anche richieste di anticipi e tasse dagli enti locali. Malgrado i 60 giorni di tempo per effettuare i pagamenti e la dilazione fino a 6 rate per debiti a partire da 60mila euro, assieme alle cartelle ripartiranno pure gli esattori con tanto di atti esecutivi, iscrizioni delle ipoteche e fermo amministrativi. Già, peccato che poco più del 70% delle cartelle sarebbe inferiore al migliaio di euro per cui nessuna rateizzazione è prevista.
E dinanzi a questa situazione pressoché rovinosa per famiglie, imprenditori e professionisti il centrodestra è insorto: ogni partito per proprio conto puntando un nodo cruciale. Giorgia Meloni leader di Fratelli d'Italia parla di «avidità del fisco su famiglie e imprese, piegate da mesi di lockdown e in gravissima crisi di liquidità. Pronti a ripartire anche pignoramenti di stipendi o pensioni». Pesante il j'accuse di Forza Italia che rammenta quanto fino a poche sere fa esponenti della maggioranza assicuravano che «l'Agenzia delle Entrate avrebbe emesso un vagito su indicazione del governo per comunicare il rinvio delle lettere di accertamento fiscale. Ad ora nessuno ha avuto ancora il coraggio di dire una parola mentre milioni di cittadini sono nel terrore di ricevere queste cartelle. La richiesta di bloccare immediatamente le cartelle esattoriali e tutti i procedimenti di pignoramento sui conti correnti è quello che si aspettavano tutti chiosa il deputato azzurro Giorgio Mulè -. Ma questo governo è sordo alle richieste che arrivano dal Paese reale». Quanto alla Lega invece, che due giorni fa aveva manifestato dinanzi alla sede dell'Agenzia delle Entrate nella Capitale, propone il saldo e stralcio del dovuto: «in grandissima parte sono cartelle destinate a persone perbene che, semplicemente, non riescono a pagare anche per colpa della crisi sanitaria.
Si tratta di italiani con momentanee difficoltà economiche: il governo che pensa a nuove chiusure deve fermare prima di tutto l'invio delle cartelle esattoriali che rischiano di rovinare padri di famiglia». Con saldo e stralcio il contribuente pagherebbe solo il 15% del dovuto mentre famiglie e imprese ricomincerebbero a vivere e a lavorare.
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