Coronavirus

La "ripartenza" di Colao: Italia divisa in tre aree. Gli aerei? I più a rischio

Si lavora alle classi di sicurezza: ok al settore costruzioni e alle fabbriche di auto e mobili

La "ripartenza" di Colao: Italia divisa in tre aree. Gli aerei? I più a rischio

La cosiddetta «fase due» è alle porte e il comitato tecnico scientifico continua a predicare «massima cautela nella ripresa della vita e delle attività produttive», come ha detto ieri in conferenza stampa alla Protezione civile Franco Locatelli. La road map per la ripartenza dopo il 3 maggio è ancora sul tavolo della task force guidata dal manager Vittorio Colao. Entro lunedì è attesa la relazione degli esperti al premier Conte, contenente una possibile programmazione per la riapertura.

L'ipotesi al vaglio dei 17 coordinati dal manager ex Vodafone è di suddividere il Paese in macroaree sulla base della diffusione del virus e di modulare l'allentamento delle restrizioni in base alla curva epidemiologica dei territori. Sulle industrie l'idea è di riaccendere le attività produttive in base al loro indice di rischio contagio, con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta del contenimento e, in caso contrario, procedere a nuove chiusure. Il governo valuta se poter sbloccare in anticipo, già dalla prossima settimana, alcuni settori, come moda e tessile, le cui consegne delle prossime collezioni rischiano di saltare, e i cantieri delle costruzioni. Ma prima di firmare un nuovo dpcm si attende il parere Colao. Il nodo più difficile resta però quello dei trasporti pubblici, ad alto tasso di assembramenti. Si sta studiando un mix di scaglionamento degli orari sia per i turni di lavoro sia per i trasporti, ma la raccomandazione per tutti sarà quella di adottare ove possibile lo smart working.

Le Regioni a loro volta hanno fatto arrivare le loro proposte per una ripartenza, la cui compatibilità dovrà incrociarsi con le indicazioni della task force e del comitato tecnico scientifico che chiede prudenza. Oggi in una riunione dei ministri Boccia e Speranza con le amministrazioni regionali e comunali si cercherà di trovare una linea condivisa sulle misure di allentamento per i cittadini, anche se le posizioni restano diverse. La task force ragiona in questi giorni su tabelle di rischio fornite dall'Inail: a ciascun codice Ateco viene associata una classe di rischio alto, medio alto, basso e medio basso, e un tasso di aggregazione sociale.

Trasporto aereo e assistenza sanitaria sono ritenuti i più pericolosi per il contagio. I servizi di ristorazione, attualmente sospesi se non per le consegne a domicilio, sono a rischio medio-basso ma hanno una classe di aggregazione elevata. A rischio medio-alto lotterie, le scommesse, le case da gioco, nonché i servizi per la persona. Il commercio al dettaglio, le attività sportive, di intrattenimento e divertimento hanno un rischio medio basso ma l'indice di aggregazione è elevato. Le uniche attività col rischio minore sono le costruzioni, la silvicoltura, l'industria del tabacco, la metallurgia, cave e miniere, la fabbricazione di mezzi di trasporto, di mobili, le attività immobiliari. E sono queste ad avere la priorità nelle riaperture. Ma saranno obbligatori protocolli rigidi su distanziamento e dispositivi di protezione, così come sull'igiene con la pulizia obbligatoria due volte al giorno.

Ma fase due non significa che non ci saranno più zone rosse: «Le zone rosse torneranno ad essere una delle misure importanti quando non ci sarà più il lockdown del Paese», ha detto ieri l'epidemiologo Giovanni Rezza.

«Cruciale» sarà l'identificazione rapida dei focolai e il loro isolamento.

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