Economia

Ripresa bluff, così tanti negozi chiuderanno

Consumi compromessi dall'incertezza. Sangalli: "Usare le risorse Ue e ridurre le tasse"

Ripresa bluff, così tanti negozi chiuderanno

La ripresa di fine anno, più volte evocata dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ci sarà, ma rischia di essere un fatto esclusivamente statistico. Le incognite che ancora gravano sul sistema economico sono pesanti e per questo il rimbalzo congiunturale «non salverà molte imprese del terziario dalla chiusura». Sempre che il governo non si impegni a utilizzare al meglio le opportunità offerte dall'Europa e magari si decida a fare una riforma fiscale.

Il poco rassicurante scenario autunnale è contenuto nel rapporto congiuntura di Confcommercio, nel quale la principale associazione degli esercenti spiega come il terzo trimestre dell'anno sia «caratterizzato da un progressivo, seppure complesso, ritorno alla normalità», ma si chiuda «con molte incognite». Un clima percepito dalle famiglie che «continuano a mantenere atteggiamenti ambivalenti nei confronti del consumo, tra voglia di ritorno alla vita pre-pandemia e paura per il futuro sanitario ed economico».

Per evitare il peggio, la ricetta proposta dall'associazione presieduta da Carlo Sangalli è quindi quella di utilizzare tutte le leve a disposizione. «Per rafforzare la crescita è necessario utilizzare tutte le risorse europee e superare i problemi strutturali del Paese senza dimenticare che la riforma fiscale, mai avviata, rimane una priorità», ha sottolineato Sangalli.

Le previsioni macroeconomiche della confederazione sono in linea con quelle di altri osservatori. Confcommercio si aspetta che il terzo trimestre segni un 10% in più del Pil rispetto al secondo e un - 9,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Alla fine di quest'anno si prevede una caduta del Pil di oltre 9 punti percentuali. Più grave, quindi, di quanto si aspetti il governo Conte.

Agosto è stato un mese di passaggio, con alcuni consumi che sono ripresi e le imprese turistiche che hanno respirato dopo i mesi di lockdown. Ma la ripresa estiva rischia di essere un'illusione ottica. L'indicatore di Confcommercio mostra infatti come nel mese scorso i consumi siano scesi dell'8,7 per cento.

Ad alcuni settori è andata peggio che ad altri. «Il sentiment» delle imprese del commercio al dettaglio è diminuito del 14,2% rispetto all'anno scorso, mentre sul fronte dei servizi il calo è stato del -23,3% nel confronto annuo. In particolare per i segmenti legati direttamente ed indirettamente al turismo (trasporto aereo, musei, eccetera).

Per quanto riguarda il futuro, le prospettive di breve termine «continuano ad essere molto incerte.

«I modesti recuperi congiunturali rilevati a luglio sul versante dell'occupazione non possono far trascurare la progressiva riduzione di imprenditori nel settore dei servizi, sintomo della mancata riapertura di molte imprese, le cui conseguenze sul lavoro dipendente potrebbero diventare evidenti nei mesi autunnali».

Uno scenario come minimo pieno di incognite.

Con l'unica certezza che è la chiusura di molti esercizi, in particolare nei servizi.

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