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Ripresa in vista? Arriva lo sciopero

I sindacati: "Stop dei licenziamenti o caos". No di Confindustria

Ripresa in vista? Arriva lo sciopero

Si ritorna a parlare del rischio latente di scontro sociale. Questa volta sono i sindacati a tirare in ballo la questione ponendo al governo giallorosso un problema politico non da poco: la proroga del blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020. Diversamente, per Cgil, Cisl e Uil l'esecutivo «si assumerebbe tutta la responsabilità» dimostrando inoltre «di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratori».

Eppure qualche timido segnale di ripresa economica, dopo cinque mesi di logoramento, c'è: il settore delle piccole e medie imprese torna a crescere. Da febbraio grazie all'allentamento delle restrizioni adottate per contenere la diffusione del Covid 19, l'economia del settore terziario riparte con basi più solide, come riferito da Ihs Markit, mentre le prospettive sull'attività nei prossimi 12 mesi si sono rafforzate mostrando il valore più alto in sei mesi. Al contempo l'andamento dell'attività del mese in corso rispetto a quello precedente, ha registrato un valore di 51,6 del cosiddetto indice destagionalizzato delle attività economiche, rispetto al 46,4 di giugno. Le aziende intervistate hanno associato l'incremento al leggero miglioramento della domanda e all'allentamento delle restrizioni. Dal crollo senza precedenti al valore minimo di aprile, l'indice ha riguadagnato quasi 41 punti. Certo sempre poco rispetto a Francia e Germania dove l'incremento delle attività ha rialzato la curva della crescita. «I dati dell'indagine di luglio hanno indicato finora una ripresa ancora contenuta, con un rialzo marginale dell'attività supportato ancora una volta dalle commesse inevase, con le aziende che continuano a menzionare quanto il numero dei clienti continui a mantenersi molto basso. Inoltre, a causa delle chiusure restrittive globali tuttora in corso che soffocano sempre più la domanda internazionale, gli ordini esteri hanno di nuovo registrato forti contrazioni». È la chiosa di Lewis Cooper, noto economista di Ihs Markit.

Ma l'accenno modesto seppure progressivo non convince i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, vale a dire Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri che hanno già fissato per venerdì 18 settembre una giornata di mobilitazione nazionale con tanto di manifestazione di piazza. E che «possa essere trasformata in uno sciopero sottolineano dipenderà solo dalle scelte di governo e di Confindustria». Dura la replica degli industriali: «Lo stop per legge non ha più ragione d'essere».

La minaccia è rafforzata dal fatto che ai Confederali non piace la scelta del governo Conte 2 di voler prorogare, inserendolo nel decreto Agosto, i licenziamenti al 15 ottobre. Non oltre. «Chi pensa che possano stare insieme sgravi contributivi e fiscali generalizzati, quali Irap, e licenziamenti non capisce che ora è il tempo della coesione sociale e degli investimenti sul lavoro. In questo contesto sostengono coesi i tre segretari - è davvero grave che Confindustria decida di non firmare i contratti nazionali dei lavoratori della sanità privata e del settore alimentare, che con la loro opera essenziale ci hanno permesso di uscire dalla fase più acuta della pandemia».

Gli operatori della sanità privata convenzionata hanno deciso in concomitanza al mancato accordo ai tavoli del ministero della Salute e del Lavoro di indire una manifestazione nazionale già lunedì 24 e lunedì 31 agosto prossimi.

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