Risparmi impossibili in Rai: vietato accorpare le testate

Non si placano le polemiche dopo lo scandalo dei cinque inviati in Australia. Ma il "piano Gubitosi" è stato fermato dal Parlamento. Oggi il grillino Fico incontra i cdr a Saxa Rubra

Risparmi impossibili in Rai: vietato accorpare le testate

Bocche cucite, silenzi, imbarazzo. Il giorno dopo la pubblicazione sul Giornale della fotografia con i cinque microfoni di altrettante testate ( RaiNews24 , RadioRai , Tg1 , Tg2 e Tg3 ) spianati sotto il mento di Renzi, in Rai non parla nessuno. È di pochi giorni fa l'alt imposto dal presidente della Vigilanza Raffaele Fico al piano di accorpamento delle testate e nessuno accetta di esporsi. Per la Tv di Stato, però, le grane non finiscono qui. Oltre a quella delle cinque troupe spedite in Australia, scoppia anche la polemica sul doppio incarico di Luisa Todini, membro del Cda Rai e da sei mesi presidente di Poste Italiane. «Aveva annunciato di voler lasciare il Cda Rai in autunno. Ci siamo. Dopo le parole è il momento dei fatti», la bacchetta il solito Fico, su Facebook. «L'autunno è iniziato ma non è ancora finito», replica Todini. «La mia età e la mia esperienza mi impongono di decidere autonomamente, quando sarà esaurito il mio impegno imprenditoriale e non partitico in Rai», sottolinea la consigliera.

La questione più spinosa è quella che riguarda lo spreco di risorse plasticamente rappresentato dalla foto del premier circondato da troppi microfoni delle testate giornalistiche del servizio pubblico. Che fine ha fatto il piano di riorganizzazione messo a punto dai tre saggi Carlo Nardello (staff direttore generale), Valerio Fiorespino (direttore Risorse umane) e Nino Rizzo Nervo (Centro della Scuola di giornalismo di Perugia) supervisionati dal dg Luigi Gubitosi? Quello che dovrebbe accorpare in due «newsroom» Tg1 , Tg2 e Rai Parlamento da una parte e Tg3 , Tgr , RaiNews e Raiweb dall'altra? Tutto fa pensare che finirà nel nulla. L'altro giorno, quando la Vigilanza ha diffuso la lettera in cui si chiedeva «di non procedere all'attuazione del piano news senza il nostro atto di indirizzo», nelle redazioni si sono levate grida di vittoria e ola di trionfo. Oggi lo stesso Fico andrà a Saxa Rubra per incontrare i comitati di redazione delle varie testate giornalistiche. Iniziativa anomala da parte di un commissario parlamentare grillino, che dovrebbe lavorare per la razionalizzazione delle risorse e invece si è schierato dalla parte della conservazione dello status quo. Il 23 ottobre Bianca Berlinguer, gran capa del Tg3 timorosa di finire sotto il controllo di un altro direttore, ha parlato in Vigilanza di «accorpamenti precipitosi». Prima bisogna capire «qual è il mandato del servizio pubblico» e «analizzare il mandato editoriale dei vari telegiornali».

Allo stesso modo la pensa il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani: «Siamo disponibili a piani di riorganizzazione, ma diciamo no alla riduzione dell'informazione Rai, che anzi deve essere potenziata. Dobbiamo aprire il tema dell'approfondimento delle reti, che va fatto dalle testate giornalistiche», ha dettato ai commissari parlamentari. Insomma, la riforma delle news ricominci da Adamo ed Eva. Le resistenze del Tg3 , dei comitati di redazione e dell'Usigrai si saldano con la difesa di rendite di posizione conquistate negli anni. Inevitabilmente la razionalizzazione delle testate finirebbe per rimescolare ruoli e snellire funzioni.

Ma come dimostra il taglio di 150 milioni operato dal governo, o l'ottimizzazione delle risorse partirà con le buone dall'interno oppure arriverà in modo coatto dall'esterno.

«Fotografia? Non ho visto nessuna fotografia...», ride di gusto Rizzo Nervo che preferisce non fare dichiarazioni. Chissà se guardandola Renzi trarrà ulteriori motivazioni per affrettare un intervento sulla Tv pubblica.

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