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Rissa Mastella-Calenda sulla telefonata galeotta

Il candidato sindaco di Roma rivela una chiamata con proposte di inciucio. E volano insulti

Rissa Mastella-Calenda sulla telefonata galeotta

La crisi di governo vissuta come un reality show. La rissa Mastella-Calenda diventa una telenovela. La soap va avanti tutta la giornata, tra dispetti, insulti e tweet al veleno. Ad aprire il «Mastella-Calenda show» è il leader di Azione che da Twitter rivela: «Comunque anche io ho avuto l'onore di una telefonata del simpatico Clemente. Una roba tipo tu appoggi Conte e il Pd appoggia te a Roma. Scarsa capacità di valutare il carattere degli uomini. O quanto meno il mio. Costruttori del nulla», scrive Calenda. E poi aggiunge: «Ho riflettuto un giorno sul rendere pubblica una telefonata privata. E tuttavia considero questa offerta un insulto personale e un dato politico rilevante per capire il quadro di degrado in cui versiamo. Ps. non ho motivo di pensare che il Pd fosse a conoscenza di quanto detto».

Una premessa: l'ex ministro della Giustizia Mastella si è calato nella parte del federatore dei responsabili-costruttori nelle trattative sulla crisi del governo Conte dopo l'addio alla maggioranza di Italia Viva. La pattuglia di senatori (3) vicini al leader di Azione può risultare decisiva per la sopravvivenza dell'esecutivo. Si punta alla soglia dei 161 voti. Un imbufalito Mastella replica piccato: «Sei una persona di uno squallore umano incredibile». E poi fornisce la sua versione: «Ti ho telefonato per chiederti cosa facevi e mi hai detto che eri contro Renzi. Allora sei per il Pd? No, mi hai risposto: Il Pd mi dovrà scegliere per forza come candidato sindaco. Quanto a me, non ho alcuna titolarità per parlare a nome del Pd. Sei rimasto quello che conoscevo all'epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni. Ruolo modesto, perché sei moralmente modesto». Escono fuori vecchi rancori. Lo scontro non si ferma. «Mi sembra confermi i termini della telefonata. Io sono totalmente inaffidabile per intrallazzatori e responsabili. E ritengo un insulto pensare che non lo sia. Così come ritengo un insulto la telefonata di Mastella. Le sue offerte le andasse a fare in luoghi diversi», rincara Calenda.

Mastella non si arrende: «Calenda? Un gregario era tanti anni fa, quando l'ho conosciuto, e tale rimane. Ma Sancio Panza non diventerà mai Don Chisciotte. Un goffo pallone gonfiato al quale non ho fatto alcuna offerta. Potevo mai parlare a nome del Pd? Questo Calenda o ci è o ci fa. Decisamente ci è». Nella telenovela si inseriscono anche i supporters.

«Sembrerà strano ai miei stessi amici del centrodestra ma, al netto di ciò che accade con la crisi di governo (che francamente mi interessa zero), io nella querelle fra Calenda e Mastella su Roma sto dalla parte di quest'ultimo», commenta il senatore Fi Francesco Giro. Mentre dal Pd arriva la presa di distanza: «Il partito - fa sapere il segretario dem di Roma, Andrea Casu - è totalmente estraneo allo scambio di messaggi, con supposte proposte sul sindaco di Roma, tra Calenda e Mastella, di cui abbiamo appreso oggi a mezzo stampa.

La soap sulla crisi di governo attende il prossimo episodio.

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