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Ristori made in Lombardia. 167 milioni, zero scartoffie

La Regione vara il piano di aiuti di Forza Italia per le categorie dimenticate. Primi soldi entro fine anno

Ristori made in Lombardia. 167 milioni, zero scartoffie

Una pacchetto di «ristori» made in Lombardia da 167 milioni. Un sostegno concreto a tutte quelle categorie escluse (o dimenticate) dal decreto Conte. Lavoratori autonomi, partite Iva, tassisti, operatori dello spettacolo, tour operator, ambulanti, cittadini che sono entrati nella fascia di povertà con la chiusura delle attività e non hanno ottenuto aiuti dallo Stato. La manovra approvata ieri dalla giunta di Attilio Fontana è stata fortemente voluta da Forza Italia, in particolare dall'assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli seduto ieri a fianco al governatore al lancio delle misure che porteranno entro fine dicembre o il 24 gennaio, a seconda delle categorie, liquidità immediata sui conti corrente di migliaia di imprese e partite Iva in crisi. E le domande non si dovranno fare con il meccanismo farraginoso del click day che tanto piace a grillini e Pd. Con ordine. Il piano è suddiviso in tre rami: indennizzi «per le impresa», «per il lavoro» e «per i più bisognosi». Alle imprese vengono destinati in tutto 101,5 milioni. Il pacchetto più corposo, da 54,5 milioni, verrà distribuito attraverso il piano «Sì! Lombardia»: bonus una tantum da mille a 2mila euro alle micro imprese e (da mille euro) ai lavoratori autonomi con partita iva individuale colpiti dalla crisi del Covid-19. A questi si aggiungono 22 milioni del «Credito Ora», che significa fino a 30mila euro di liquidità alle micro imprese della ristorazione e attività storiche e 25 milioni del «Credito Adesso Evolution», per l'accesso agevolato al capitale circolante, «una misura rivolta soprattutto a medie e grandi imprese visto che darà accesso a finanziamenti da 30mila fino a 800mila euro» spiega Mattinzoli. Ci sono poi i 40 milioni della «Dote unica lavoro», un aiuto da mille euro ai lavoratori autonomi, senza partita Iva, privi di qualunque sostegno al reddito, e i 3,5 milioni del bonus bollo auto a taxi, Ncc e autobus turistici. Infine, un pacchetto da 22 milioni per i più bisognosi, cittadini entrati nella fascia di povertà e che non hanno ottenuto ristori. «Sapevamo che la crisi economica si sarebbe aggiunta a quella sanitaria - commenta il governatore Fontana - e abbiamo costruito un impianto di interventi organici per persone, famiglie e imprese lombarde. Abbiamo seguito la duplice logica dell'integrazione e della complementarità rispetto agli ultimi interventi del governo, con l'unico fine di non lasciare indietro nessuno». Regione ha pensato a «micro imprese fino a 10 dipendenti e 2 milioni di fatturato, autonomi con partita iva che fanno parte di quelle filiere produttive, dallo sport agli spettacoli al turismo, che risentono delle chiusure», vedi agenzie di viaggi, palestre, ludoteche, operatori dei catering e chi più ne ha più ne metta. Le domande per i 54 milioni di «Sì! Lombardia» andranno presentate on line (fissate 7 finestre per evitare la corsa al clic, niente allegati o autodichiarazioni che rallentano la trafila) dal 23 al 27 novembre per le micro imprese (con pagamento del dovuto entro il 31 dicembre) e dall'11 al 15 gennaio per le partite Iva individuali (con pagamento entro il 24 gennaio). Ma Fontana avverte: «Continueremo a chiedere al governo che questi aiuti non siano tassati». Non era facile, sottolinea l'assessore Mattinzoli «trovare un pacchetto di misure efficace, equo e trasversale ma abbiamo raggiunto il massimo dell'obiettivo». L'assessore all'Istruzione Melania Rizzoli (Fi) battezza la delibera «Ristori Lombardia», rivolta«ai dimenticati dai ristori governativi».

Soddisfatta la capogruppo Fi alla Camera Mariastella Gelmini: «Regione Lombardia si conferma locomotiva del Paese».

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