Un incidente apparentemente paradossale, una vacanza finita in tragedia per una famiglia della provincia di Frosinone in villeggiatura una settimana a Sperlonga. Non ce l'ha fatta Sara Francesca Basso, 13 anni, morta dopo essere stata aspirata dal bocchettone subacqueo per il ricambio dell'acqua della piscina che le ha impedito per troppo tempo di tornare in superficie. La bambina è deceduta all'alba di ieri mattina dopo il ricovero d'urgenza al policlionico Gemelli di Roma. E ora è tempo di interrogativi da parte della Procura di Latina su come sia stato possibile che l'ambiente confortevole del Grand Hotel Virgilio, un quattro stelle con una piscina «perfetta per trascorrere giornate tranquille» si sia potuta trasformare in una trappola mortale.
È mercoledì pomeriggio. Sono passate da poco le 17, la ragazzina si sta rilassando da sola nella piscina idromassaggio dell'albergo. Qualche bracciata prima di uscire a fare merenda che viene risucchiata dal bocchettone della vasca e trattenuta sul fondo dal vortice. Un turista americano si tuffa, riesce a portarla fuori dall'acqua con non poca fatica e inizia a chiamare aiuto. Tra gli ospiti dell'hotel c'è un cardiologo che arriva e la rianima. Il cuore riprende a battere e la bambina torna a respirare, ma senza riprendere conoscenza. A quel punto scatta la macchina dei soccorsi; la studentessa viene trasportata con l'eliambulanza al policlinico «Gemelli» di Roma. Il peggio sembra essere passato. La situazione crolla all'improvviso e alle 4 di giovedì mattina il cuore cessa di battere.
In queste ore i carabinieri di Sperlonga e Terracina stanno cercando di fare luce sull'incredibile episodio e per questo hanno messo sia la piccola piscina dell'hotel che i locali tecnici dove si trovano le pompe sotto sequestro. Una vicenda su cui dovranno essere i tecnici a dire l'ultima parola e spiegare come un bocchettone largo circa venti centimetri possa essere stato fatale. Fondamentali anche gli esiti dell'autopsia per stabilire se la vittima, oltre ad essere risucchiata dal bocchettone, sia stata colta da un malore che le ha impedito di vincere il risucchio del bocchettone e tornare a galla. La tredicenne viveva da qualche mese con la madre a Morolo, piccolo comune della provincia di Frosinone.
Non è la prima volta che le cronache dei giornali si occupano del Grand Hotel Virgilio. Nel 2014 aveva subito un sequestro da parte dei carabinieri per una serie di abusi edilizi e due anni dopo era stato sequestrato sempre dall'Arma e dalla Guardia di finanza. In quest'ultimo caso erano stati ipotizzati lottizzazione abusiva e invasione di terreni.
«Non si può morire a 13 anni per colpa di una leggerezza in una piscina privata - commenta allibita Laura Corrotti, consigliere regionale della Lega e vicepresidente della XII Commissione per la tutela del Territorio-. Il fatto accaduto a Sperlonga è gravissimo, inconcepibile, vergognoso. Un'adolescente che muore perché aspirata da un bocchettone della piscina dove si trovava per godersi una vacanza.
Mi auguro che le indagini portino alla verità e alla condanna di chi con troppa leggerezza ha provocato la morte della giovane e a capire se tutte le avvedutezze per la sicurezza dei bagnanti erano state attuate, compresa la presenza di un addetto al salvataggio. Ai familiari della ragazza, in un momento di immenso dolore, la vicinanza della Regione Lazio», conclude.
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