Si ribalta per l'ennesima volta lo schema. Peraltro pronto di qui alle prossime ore all'ennesima capriola, visti i sali e scendi imposti ai negoziati da Donald Trump. Che molto ci fa e poco ci è, direttore d'orchestra di una trattativa tra Mosca e Kiev che dosa bastone e carota, una giorno destinati alla Russia e l'altro all'Ucraina. Con l'obiettivo di massimizzare il rientro non solo geo-politico ma anche economico degli Stati Uniti. Sul tavolo, infatti, c'è la gestione delle terre rare ucraine, con l'Europa che prova a ritagliarsi un ruolo ma che nella sostanza sta a guardare.
Così, mentre sull'asse Ginevra-Abu Dhabi le diplomazie qualcosa sembrano smuovere, si riunisce la cosiddetta coalizione dei Volenterosi voluta dal francese Emmanuel Macron e dal britannico Keir Starmer. Al tavolo c'è anche il segretario di Stato americano Marco Rubio, che partecipa alla videocall ma snobba la richiesta di un incontro bilaterale con Kaja Kallas, l'Alta rappresentante della politica estera di Bruxelles. Collegata, ovviamente, c'è anche Giorgia Meloni.
L'Europa, ovviamente, spinge per un'intesa da cui Kiev non esca con le ossa a pezzi. E sia Parigi che Londra sono favorevoli a una forza militare "di rassicurazione" a garanzia della pace.
"Finalmente c'è la possibilità di compiere veri progressi in direzione di una buona pace", dice Macron. Anche se, aggiunge, "la condizione assoluta per una buona pace sono una serie di garanzie di sicurezza molto robuste e non garanzie solo sulla carta". Apre anche Starmer. "Ci stiamo muovendo in una direzione positiva e oggi - dice il primo ministro britannico - ci sono indicazioni che in gran parte il testo, come indicato da Zelensky, può essere accettato". Insomma, "sono stati fatti dei progressi e accolgo con favore alcuni degli sviluppi che si sono manifestati" nei colloqui che si sono tenuti tra Usa e Ucraina a Ginevra.
Nel corso della videoconferenza, Meloni ribadisce invece la sua linea. E "manifesta apprezzamento per il processo negoziale avviato a Ginevra su impulso americano" oltre a "sottolineare l'importanza della coesione a sostegno di un percorso finalizzato a una pace giusta e duratura in Ucraina". "In tale quadro - fanno sapere da Palazzo Chigi - è stata anche ribadita la necessità di solide garanzie di sicurezza condivise tra le due sponde dell'Atlantico". L'obiettivo della premier, infatti, è tenere insieme senza contrapposizioni la posizione americana e quella europea. Non è un caso che Meloni ribadisca "l'importanza della coesione a sostegno di un percorso finalizzato a una pace giusta e duratura in Ucraina". La premier, poi, ritorna ad affondare sulla Russia. Che, aveva detto 48 ore fa, non ha dato alcun segnale di voler deporre le armi. Ragione per cui nella riunione in video-collegamento Meloni "manifesta apprezzamento per il processo negoziale avviato a Ginevra su impulso americano" e "sottolinea l'importanza della coesione a sostegno di un percorso finalizzato a una pace giusta e duratura in Ucraina".
Anche per questo, la premier sottolinea "la necessità di solide garanzie di sicurezza condivise tra le due sponde dell'Atlantico" e - filtra da Palazzo Chigi - auspica che la Russia "possa cogliere questa nuova occasione per contribuire costruttivamente alla pace". Altrimenti, sembra lasciare intendere, "perdiamo tempo".
E con un corollario in cui evita di ribadire che Putin non ha dato alcun segnale distensivo durante questi ultimi mesi di negoziati di pace. Secondo la premier, infatti, la Russia deve "cogliere l'occasione" del processo negoziale avviato a Ginevra e aprire un tavolo.