La rivelazione di Sgarbi sulla Meloni: "Lo avevo detto a Giorgia, vedrai cosa accadrà..."

Il critico d'arte poi rivolge un appello alla Lamorgese: "Impedisca la manifestazione di Landini"

Il parlamentare Vittorio Sgarbi
Il parlamentare Vittorio Sgarbi

Sabato 16 ottobre i sindacati scenderanno in piazza a Roma “contro i fascismi”, dopo l’assalto di sabato scorso alla sede della Cgil durante il corteo no green pass. Ma sabato è anche la vigilia del ballottaggio delle Amministrative. Il sabato di guerriglia a Roma e l’assalto alla Cgil quanto potrebbero incidere nei prossimi ballottaggi, soprattutto in riferimento al voto nella Capitale, tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri?

"È una domanda che mi sono posto. L’ho già detto a Giorgia Meloni all’indomani del primo turno: vedrai, faranno qualsiasi cosa per etichettare Enrico Michetti come neofascista. E i fatti mi hanno dato ragione. Tutto è partito da quella che io chiamo la “congiura di Fanpage”. Si è usato un “infiltrato clandestino” alla ricerca di un reato che non c’è. E gli effetti si sono visti. La verità è che siamo di fronte a una profonda violazione delle regole democratiche da parte dell’informazione e di certa politica. Come non pensare alla Gruber che ha definito Michetti come un neofascista davanti a Calenda che ha cercato addirittura di correggerla?”.

Tornando agli scontri, in cosa consiste la scorrettezza dell’informazione?

"Nello spostare il tiro sul fantasma del fascismo che non c’è, evitando di parlare delle migliaia di persone che hanno manifestato liberamente per un sacrosanto diritto di libertà. C’erano sì Fiore e Castellino, ma è anche vero che non si manganellano le persone civili, non si fa sanguinare chi ha idee diverse".

Secondo lei l’opinione pubblica capirà che non c’è alcun pericolo di fascismo? E come deve fare Michetti per non subire questa campagna di demonizzazione?

"Temo di no. La gente non capirà che il pericolo fascista non esiste. Per quanto riguarda Michetti, tutti gli elettori che lo hanno votato al primo turno, devono tornare a votare, questo è il mio invito. Devono capire che la pressione mediatica che stiamo subendo sta facendo diventare santo il governo e fascista la gente che scende in piazza".

Se la Meloni ha dei problemi, Matteo Salvini?

"Salvini è in una situazione difficile. Vuole star dentro, ma anche fuori dal governo. Dei suoi elettori il 70% circa è filo-governativo, ossia dalla parte delle posizioni di Zaia e Fedriga. Ma il resto vorrebbe stare all’opposizione. E tutto questo rischia di compromettere il voto per Michetti".

Cosa pensa della manifestazione di Landini per la democrazia e per il lavoro, contro i fascismi, proprio a Roma, luogo di ballottaggio, il 16 ottobre in pieno silenzio elettorale?

"Io farò un’interrogazione parlamentare perché non è accettabile che si faccia politica col sindacato nel giorno di silenzio elettorale. Landini non è un corpo apolitico, ma attraverso il sindacato fa politica e non può farla il giorno del silenzio elettorale, condizionando le urne. La facciano piuttosto il 18, il 19, non il 16. È un’azione chiaramente contro la Meloni.

Oggi si parla di stretta sulle manifestazioni e della nuova linea di Draghi. Che idea si è fatto?

"L’unica stretta sulle manifestazioni deve essere quella di impedire la manifestazione di sabato di Landini. Chiedo formalmente al ministro dell’Interno Lamorgese di impedire che si faccia una manifestazione politica nel giorno di silenzio elettorale. Poi, un’altra stretta dovrebbe essere nei confronti di quegli agenti in borghese, se è come appare, che hanno picchiato selvaggiamente alcuni manifestanti di sabato".

Quale strategia consiglierebbe oggi al candidato sindaco di Roma Enrico Michetti?

"Da soli né io né lui abbiamo la possibilità di potere fare un comizio in piazza dicendo che non è vero che siamo fascisti. Ma ormai Gruber, Fanpage e Landini, i tre finti democratici, hanno imposto un taglio eversivo alla comunicazione.

Spero ora che vadano a votare quelli che vengono chiamati fascisti senza esserlo e che siano più numerosi di quelli che vengono chiamati al voto contro i fascisti inesistenti. Ripeto, il rischio fascista non c’è. C’è un rischio eversivo da parte dell’informazione".

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