L' Italia sorpassata e umiliata dallo scippo francese si lecca le ferite e prova a ripartire. E lo fa col governo che chiede aiuto al centrodestra. Ottenendo la disponibilità di Berlusconi, lesto a ricordare come la nuova strategia dell'esecutivo ricalchi le politiche sulla Libia decise quando il Cav era premier.
D'altra parte il tempo stringe. L'accordo di Parigi con il quale il presidente francese Emanuel Macron ha messo le mani sul Paese del Nord Africa, abbozzando una «pace» tra Fayez Al-Sarraj e Khalifa Haftar, ha spiazzato Palazzo Chigi ed è stato davvero uno scippo del ruolo - anche storico - dell'Italia nel paese nordafricano. E, non contento, ieri il numero uno dell'Eliseo ha rilanciato ancora, annunciando l'intenzione di aprire hotspot direttamente in Libia, per «filtrare» a monte i richiedenti asilo. Un'idea lanciata già tempo fa dal parlamentare di Fratelli D'Italia Ignazio La Russa, che ancora ad aprile scorso l'aveva rispolverata: «I nostri militari - aveva spiegato l'ex ministro della Difesa - insieme a una missione internazionale potrebbero occupare non la Libia, ma quei quattro porti da cui partono le carrette della morte. Poi bisognerebbe fare un grande centro di accoglienza, magari a cinque stelle visto che loro sono corresponsabili, da cui fare partire per tutti i Paesi dell'Europa chi ne ha diritto». Oltre a fregarci la Libia, insomma, i cugini transalpini ci copiano le proposte. Così ora Gentiloni prova a correre ai ripari e, mentre tratta con Al Sarraj per mandare le nostre navi nelle acque di Tripoli contro il traffico di migranti, chiede alle opposizioni di aiutarlo. In un momento così delicato e su un tema scottante sul quale da sempre è particolarmente sensibile, il centrodestra non nega l'appoggio, ma non manca di ricordare che quello che sta succedendo rende inevitabile un déjà-vu. «Se dopo sei anni - ha infatti spiegato ieri Silvio Berlusconi - i governi della sinistra hanno finalmente capito che questa è la strada giusta da seguire per bloccare l'arrivo di immigrati sulle nostre coste siamo i primi a compiacercene». Il leader azzurro ha ricordato come «abbiamo sempre manifestato la nostra disponibilità, in virtù della nostra esperienza, a dare una mano al governo, che però nonostante le dichiarazioni di buona volontà, ha preferito fin qui continuare su una strada sbagliata». Ma dopo la bacchettata, ecco arrivare la conferma dell'apertura di credito: «Quando Gentiloni martedì andrà alle Camere per riferire i dettagli della collaborazione con la Libia per il contrasto all'immigrazione - ha aggiunto Berlusconi - verificheremo senza pregiudizi se sarà concreto, fattibile e in linea con la politica rigorosa seguita da sempre dai governi di centrodestra». Che infatti erano riusciti, «stipulando accordi bilaterali con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, prima fra tutti la Libia di Gheddafi, a impedire che i migranti partissero dall'Africa e quei pochi che riuscivano a farlo - appena 4mila nel 2010 mentre quest'anno ne sono già sbarcati 94.444 - venivano prima soccorsi e poi riaccompagnati nei Paesi di origine».
Insomma, per Berlusconi «l'accordo con le autorità libiche era e resta l'unica soluzione per fermare, almeno nell'immediato, le partenze» e «contrastare all'origine l'attività criminale dei trafficanti di esseri umani». Resta in silenzio il segretario del Pd, Matteo Renzi, che ha pure annullato l'intervista a Radio anch'io prevista stamattina. «Meglio evitare polemiche col governo», ha fatto filtrare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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