La rivincita dei cinefili: tutti in fila all'alba per il primo spettacolo del dopo-pandemia

Al Beltrade di Milano 82 spettatori si presentano alle 6 per "Caro diario"

La rivincita dei cinefili: tutti in fila all'alba per il primo spettacolo del dopo-pandemia

Tutto esaurito. La risposta di Milano a chi ha chiuso i cinema per sei lunghissimi mesi è stata chiarissima. Alle sei del mattino, ora improponibile anche per il cinefilo più accanito, davanti al cinema Beltrade - che non è propriamente uno dei più centrali - si è formata una coda di persone in rigoroso ordine distanziato, con tanto di mascherina sul muso e il sorriso sardonico che non si vedeva ma c'era. Un bel codazzo che ha occupato via Oxilia all'alba. Erano le 5.45. Alle 6 puntuali è iniziata la prima proiezione dell'anno I d.C. che non significa dopo Cristo ma dopo Coronavirus, anche se il Beltrade è accanto alla parrocchia. Nessuno fuori dalle righe e nessuno in più, visto che le prenotazioni - tassativamente obbligatorie - non consentono strappi alla regola. Ma soprattutto nessuno in meno.

Totale, 82 spettatori. Ovvero massima capienza, visto che la sala ne contiene 150 e il margine oscilla da 69 se ogni spettatore è da solo a 85 se ci sono coppie di conviventi o affini. Quello che sulla carta sembrava un gesto simbolico, di simbolico non ha avuto nulla. Con la locandina di Caro diario il Beltrade aveva abbassato la saracinesca e con Caro diario ha riaperto. Come se nulla fosse. E in faccia ai maligni e superbi il popolo della settima arte ha lasciato scintillare la sua presenza per tutta la giornata. Al completo anche le proiezioni delle 9 con The Juniper tree che di anni ne ha 31, tre più del film di Moretti. A dimostrazione che non sono necessarie novità dell'ultim'ora anche se a mezzogiorno è partito Collective, documentario reduce dagli Oscar. Alle 15 era la volta di Roubaix une lumiére e alle 21 una discussione cinematografica di venti minuti per rispettare le norme e tornare a casa stile Cenerentola. Pardon, Covid.

Oggi si replica perché le polveri sono tutt'altro che bagnate e il Beltrade non è un'isola felice. L'Anteo, che in serata aveva programmato un'anteprima di Due - toccante e suggestivo film di Filippo Meneghetti, anche lui in corsa agli Oscar sotto la bandiera francese - ha dovuto raddoppiare le sale per l'improvviso boom di prenotazioni. La presenza del regista in sala a salutare il pubblico prima dello spettacolo ha avuto il suo peso ma la voglia di tornare a vivere è tanta. E, nel caso specifico, affollare un cinema per la proiezione di un film che sarà in cartellone dal 6 maggio la dice lunga, anzi lunghissima, sull'atteggiamento popolare italico.

Qui Milano, Italia a voi Europa. Intanto i cine-scettici che avevano prenotato una lapide cimiteriale per il caro estinto cinema, si sono dovuti ricredere. E se, dai Lumière a oggi, la settima arte ha doppiato le 125 primavere - ossia l'età di Matusalemme - ebbene se le porta davvero da far invidia e convincere i più cauti che forse il malato è solo immaginario.

Così Notorious pictures, che in città gestisce il centro Sarca e il multisala Gloria ha annunciato la riapertura per domani. Unico penalizzato, lo spettatore dell'ultimo momento. D'ora in poi bisogna prenotare, quindi voler andare e sapere che cosa vedere. Addio sprovveduti, insomma. Non è detto che sia un male.

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