Una rivincita dell'uomo sull'uomo

Una rivincita dell'uomo sull'uomo

Con le mani sbucci le cipolle, cantava anni fa Zucchero. Cantante dal nome perfetto per la storia di un pasticciere che con gli arti suddetti non sbucciava le cipolle ma le mele per fare una torta certamente sì; e poi a un certo punto della sua vita non ha più potuto sbucciare alcunché a causa di un incidente automobilistico che lo rese tetraplegico. Ma forse un giorno qualcuno potrà mangiare un bigné fatto di nuovo dalle mani di quell'uomo sottoposto a un intervento chirurgico che ha del prodigioso. Le mani sono il prolungamento del nostro cervello. Con esse trasformiamo il pensiero in azione. Con esse ciascuno di noi diventa homo faber. Con esse accarezziamo il nostro gatto, suoniamo la chitarra, ci grattiamo la testa quando ci prude, dipingiamo a volte la Gioconda e più spesso un vaso di fiori sbilenco in una natura morta da domenica mattina. Con esse indichiamo la strada al viandante, mandiamo a quel paese chi ci ha sorpassato, ci puliamo il naso in gesto furtivo, salutiamo formalmente il collega (preferibilmente non consecutivamente), e prepariamo - nel caso - crostate e biscotti. Le mani possono essere nude, armate, bucate, leggere, in pasta, pesanti, legate, lunghe, sporche, nel sacco, morte, di fata, di pasta frolla. Si mettono sulla coscienza, tra i capelli (per chi ne ha), sul fuoco, avanti. Si menano, si tendono, si calcano, si fregano, si mordono, si lavano. C'è la prima mano, la seconda mano e quella di Dio per completare la trinità. Chi non sta con le mani in mano, a mano a mano fa man bassa. Senza le mani siamo uomini a metà. Siamo un esercito senza soldati. Per questo in quello che è avvenuto al Cto di Torino riconosciamo un miracolo laico, ortopedico, manifatturiero. Un «alzati e cammina» che diventa «prendi e manipola». Una resurrezione dell'anima prima ancora che del corpo. Una rivincita dell'uomo sull'uomo.

Un messaggio per chi crede che la scienza possa essere sostituita da atti di fattuccheria assortita, i vaccini dall'acqua del rubinetto, lo studio dall'orecchiamento. Per questo pensiamo che l'operazione di sette ore condotta dall'équipe torinese - i cui esiti si vedranno in futuro - sia una notizia bellissima, commovente. Da spellarsi le mani.

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