La rivolta dei "Pro vax": 135mila firme per l'obbligo

La mamma di una bambina immunodepressa lancia un appello subito sottoscritto da tanti genitori preoccupati

La rivolta dei "Pro vax": 135mila firme per l'obbligo

Dopo le prime dichiarazioni pubbliche di genitori con bimbi immunodepressi e la denuncia di un mamma contro l'asilo nido che ospitava bambini non vaccinati disattendendo la legge in vigore, ora scatta la petizione. Come dire, l'unione fa la forza. È stata lanciata su change.org («Difendiamo tutti i bambini, sì ai vaccini per andare a scuola») e ha già superato le 135mila firme di altrettante persone che chiedono a gran voce al Parlamento di rivedere le nuove norme in materia di vaccini, che dovrebbero essere inserite nel decreto Milleproroghe.

La prima firmataria della petizione «Pro vax» si chiama Roberta Amatelli, vive a Terruggia, vicino ad Alessandria, con il marito Rosario e la figlia Viola, tre anni. Quando aveva otto mesi la bambina ha subito trapianto di fegato. Viola a causa del basso livello di difese immunitarie non può essere protetta da morbillo, rosolia e varicella che però, se contratte, sarebbero per lei patologie molto rischiose. Ora la bambina sta bene e a settembre potrebbe essere mandata alla scuola materna, ma le nuove regole sull'obbligo flessibile, imposte dal ministro della Salute Giulia Grillo, rendono quella decisione molto difficile. «Ho paura che possa ammalarsi, vorrei poterla mandare in classe senza timore - racconta la mamma - ma ora un po' di preoccupazioni le ho». Roberta critica innanzitutto l'idea del ministro Grillo di inserire i bimbi immunodepressi solo in aule di vaccinati. «Parlano di classi sicure per i bambini immunodepressi ma la scuola dove dovrebbe andare nostra figlia ne ha una sola di 35 allievi - spiega la mamma di Viola -. E poi, come si possono difendere i bambini negli spazi comuni, in palestra o alla mensa? Già le nostre famiglie affrontano molte difficoltà e ora la prospettiva è quella di essere ghettizzati, magari spostando i bambini di classe ogni anno, per poterli tenere insieme a bimbi vaccinati».

Tutte preoccupazioni già denunciate negli scorsi giorni che sembra si scontrino contro il muro di gomma dell'ideologia. Ma Roberta continua a raccogliere consensi sul web con le sue parole di mamma. «Si vuole veramente giocare con la pelle dei nostri bambini? Noi non ci stiamo e non lo permetteremo mai! - si legge nel testo della petizione - I nostri bambini, tutti i bambini, hanno diritto a una protezione che un'autocertificazione non offre, perché non esiste nessuna garanzia di controllo, perché non è previsto un termine certo e a scuola si può entrare anche senza, perché le conseguenze di un abuso di questo strumento non sarebbero limitate a chi lo commette e ricadrebbero sugli altri, proprio sui più fragili».

L'appello è già stato sottoscritto da tante gente con storie di sofferenza alle spalle. Compreso quello di Angelo Ricci, presidente della Federazione italiana associazioni genitori oncologia pediatrica, che raccoglie 30 associazioni in tutta Italia.

«Noi stiamo facendo un tam tam tra i nostri associati affinché sottoscrivano la petizione, perché sappiamo molto bene cosa significhi lottare quotidianamente per ottenere diritti per i nostri bambini ammalati. E per tutelare la loro salute nelle scuole i vaccini devono rimanere obbligatori».

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