Coronavirus

Rivolta delle Regioni contro il "rosso scuro". "Così si punisce chi controlla meglio il virus"

Con più contagi limiti ai viaggi. Zaia: "Premiato chi fa meno tamponi"

Rivolta delle Regioni contro il "rosso scuro". "Così si punisce chi controlla meglio il virus"

No a zone rosso scuro che penalizzerebbero le regioni più efficienti ovvero quelle che fanno più tamponi. L'ipotesi di imporre in Europa regole più rigide come tamponi e quarantene per chi proviene da territori con un numero di positivi superiore a 500 su 100mila abitanti ha già provocato l'alzata di scudi dei governatori interessati, ovvero del Veneto, Luca Zaia, dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Anche se per il momento si tratta soltanto di una proposta che nasce, come ha spiegato il commissario Ue per la Giustizia Didier Reynders due giorni fa, dal tentativo di arginare la diffusione delle nuove varianti.

Dunque per chi deve spostarsi dalle aree in rosso scuro sarebbe obbligatorio eseguire un test prima di partire e rispettare anche quarantena all'arrivo nei diversi stati membri. Regole che però non varrebbero per coloro che per lavoro passano spesso i confini.

Ma i governatori criticano il metodo. «Imporre ai cittadini delle nostre regioni l'obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell'Unione europea, così come previsto per le realtà colorate di rosso scuro, significherebbe penalizzare le amministrazioni che effettuano il maggior numero di tamponi e non, come sarebbe invece necessario, operare una valutazione su parametri epidemiologici oggettivi», è la replica condivisa dai presidenti di regione.

La stretta è basata sui dati raccolti dall'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) che oltretutto si riferiscono alla situazione del 17 gennaio che in realtà per le regioni in questione è già ampiamente migliorata. In sostanza la Commissione Europea ipotizza di porre paletti in base al numero dei contagi in determinate zone e non tra uno stato e l'altro. A rischiare la stretta anche alcune aree in Francia, Germania e Paesi scandinavi. Ma anche ampie zone di Portogallo, Spagna e Irlanda.

Per Zaia si creerebbe così «una situazione paradossale che, anziché incentivare le amministrazioni a potenziare i controlli sui cittadini, andrebbe a premiare quelle realtà che, per non rischiare di sforare i parametri indicati, dovessero deliberatamente decidere di ridurre la somministrazione di tamponi».

Per il momento non sono arrivate comunicazioni ufficiali in questo senso dall'Europa dunque non ci sono reazioni da parte dei singoli governi. Dal ministero della Salute si fa comunque notare che il sistema dei colori è noto da tempo, che quella tabella viene continuamente aggiornata e che la proposta è condivisa da paesi che hanno indici peggiori del nostro. In Italia, si fa notare, ci sono già regole rigide e differenziazioni di colore tra le aree più o meno a rischio.

Appare più probabile che in tempi brevi potrebbero essere i singoli stati a chiudersi rispetto all'esterno come è già accaduto dall'inizio della pandemia.

Commenti