La rivolta dell'Umbria sul governo: "Dati sballati, ci danneggia"

La follia sulla Fase 2. L'Umbria quasi a zero contagi, ma per l'Iss è al "livello 3" di allerta. Ira della Tesei: "Ripristinare la verità"

La rivolta dell'Umbria sul governo: "Dati sballati, ci danneggia"

Immaginate di aver appena avviato una campagna pubblicitaria per il turismo dal titolo “Umbria bella e sicura”. Siete forti dei dati epidemiologici sul coronavirus, che danno la Regione in fondo alla lista dei contagi. State provando a ripartire. Potete farcela. Poi però un bel giorno vi ritrovate sulle prime pagine di tutti i giornali, accostati alla Lombardia nella lista nera delle aree a rischio di ripiombare nell’incubo pandemia. Qualcosa non torna, ma ormai il danno è fatto. “Una mazzata per tutti gli operatori del turismo, per tutti gli umbri che sono stati diligenti e rispettosi delle regole”, dice Michele Fioroni, assessore allo Sviluppo economico che da giorni, insieme alla presidente Donatella Tesei, chiede di "ripristinare la verità".

La "leggerezza inaccettabile" nasce con la pubblicazione del primo rapporto sul "Monitoraggio della Fase 2" a cura del ministero della Sanità e dall'Istituto Superiore di Sanità. La sintesi nazionale, basata su 21 indicatori, classifica 18 Regioni al "livello 2" con "bassa probabilità di trasmissione e un basso impatto sui servizi assistenziali". Altre tre, invece, cioè Lombardia, Umbria e (altra assurdità) il Molise, sono al "livello 3": gli umbri avrebbero una "probabilità moderata/alta di aumento della trasmissione", peggio del focolaio lombardo.

I dati ufficiali però raccontano altro. La Regione ha registrato soltanto 1.427 contagi totali, gli attualmente positivi sono 81, tra cui solo 27 degenti e appena due persone in terapia intensiva. Mentre in Lombardia il virus ha falcidiato oltre 15mila vittime, nella terra di San Francesco i decessi sono fermi a 74 unità. Non è un miracolo del santo, ovviamente. Ma frutto di una strategia precisa, simile a quella vincente del Veneto. "Abbiamo puntato sulla bassa ospedalizzazione, realizzato moltissimi tamponi (oltre 57mila, ndr), aperto rapidamente ospedali Covid dedicati e spinto sull'assistenza domiciliare - spiega Fioroni - E poi c’è stata molta attenzione alle Rsa, dove siamo riusciti a evitare quanto successo altrove".

Perché allora l'Umbria è finita sulla lista nera? Qualcuno ipotizza possa esserci dietro uno sgambetto politico contro la nuova giunta di centrodestra, da poco uscita vittoriosa alle elezioni contro quel Pd finito nella bufera - guarda caso - per uno scandalo sulla gestione della sanità. "A pensar male…", sospira Fioroni, che poi ne esce con garbo istituzionale: "Dico solo che deve esserci un'anomalia se dopo averci considerato un modello virtuoso ora ci posizionano tra i peggiori".

Assisi
Assisi (La Presse)

L'anomalia è tutta nell'indice teorizzato dall'Iss. "Le basi statistiche sono troppo deboli", spiega Fioroni, "Sono numeri al lotto, inaffidabili e fuorvianti". Facciamo un esempio. Immaginate una strada in cui per un anno intero non si registrano incidenti ma dove, in una sfortunata settimana, per un tamponamento muoiono alcune persone. Se si calcola la pericolosità della strada osservandola solo in quei giorni, apparirà come la carreggiata della morte. Ma guardandola su un periodo più ampio appare per quel che è: una via sicura. Lo stesso è successo sull’indice dei contagi. Claudio Dario, dg della sanità regionale, lo ha spiegato chiaramente: “Il dato usato dall'Iss risente dei casi positivi riscontrati a Terni tre settimane fa in ospedale grazie allo screening a tappeto, ma l'Rt è poco attendibile quando non si è in una situazione epidemica di incremento". E ora l’Umbria è "a zero contagi".

La presidente Tesei si è ribellata, chiedendo smentite e rettifiche al governo. L’Iss ha precisato che “non è una pagella, ma un segnale da interpretare insieme agli altri dati”. Quindi l’Umbria “non desta una particolare allerta”. Ma ormai i titoli dei giornali, e la conseguente frittata, erano fatti. "Se l'Iss si accontenta di quello pseudo comunicato", attacca Fioroni, "è difficile depotenziare l'impatto della notizia. Ancora oggi alcune emittenti hanno ribadito il concetto. Serve una smentita ufficiale". La Regione si è appellata agli umbri per far conoscere la verità, e molti si sono mossi. Diverse persone hanno contattato ilGiornale.it. "Dobbiamo fare qualcosa", ci scrive un cittadino. "Questa bizzarra classifica penalizza ingiustamente l'economia della nostra Regione - dice Marco Squarta, presidente dell'Assemblea legislativa - Albergatori e ristoratori hanno subìto un danno gravissimo.

Un danno di immagine che arriva a poche ore di distanza da un articolo dell'autorevole quotidiano londinese, 'The Telegraph’, che indicava proprio l'Umbria, in Europa, come la destinazione ideale per la prima vacanza dopo l’isolamento". Apprezzati all'estero, penalizzati dal governo. Un paradosso tutto italiano.

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