
Arriva una donna a salvare dalla crisi la Chiesa d'Inghilterra. Per la prima volta nella sua storia l'arcivescovo di Canterbury sarà Dame Sarah Mullally, che va a sostituire, a quasi un anno dalle sue dimissioni, il suo predecessore Justin Welby. Una mossa "politica", soprattutto dopo gli scandali che hanno attraversato la Chiesa anglicana in tempi recenti. L'abbandono di Welby, legato alla mala gestione di un gravissimo caso di molestie sessuali, aveva evidenziato una crisi senza precedenti e una perdita di fiducia da parte dei fedeli nell'istituzione religiosa più importante del Paese. Ma la nomina di un arcivescovo donna era stata ampiamente anticipata fin da quando era stato loro concesso, nel 2014, di avere accesso al vescovado. Sessantré anni, nata a Woking, Mullally è stata per 35 anni infermiera nel reparto oncologico del servizio sanitario nazionale dove si è guadagnata il titolo di Dame proprio per la sua eccezionale dedizione al servizio. Da sette anni era vescovo di Londra, uno dei tre vescovi più anziani della Chiesa d'Inghilterra dopo Canterbury e York, con un seggio alla Camera dei Lord. Sposata con due figli, viene descritta come una "teologica liberale", che avvierà uomini e donne al sacerdozio sostenendo al tempo stesso l'inclusione di quelli ancora ostili alle donne sacerdoti. La sua nomina, salutata con entusiasmo dai partiti politici progressisti, probabilmente non sarà vista di buon occhio da quelli conservatori.
In passato Mullally si è espressa in modo molto critico nei confronti del piano Ruanda e aveva sottoscritto insieme ad altri vescovi una lettera in cui affermava che l'iniziativa del governo Sunak "dovrebbe farci vergognare come nazione". In tempi recenti, si è fortemente opposta all'approvazione della legge sulla morte assistita. "Se passerà, questa legislazione darà un segnale che siamo diventati una società convinta che certe vite non valgono la pena di essere vissute" aveva affermato in Parlamento. Come vescovo di Londra, ha presieduto una commissione che aveva l'incarico di discutere e valutare la possibilità di aprire alla benedizione delle coppie dello stesso sesso e ha descritto la decisione favorevole, presa nel 2023, come "un momento di speranza per la Chiesa". Questa rimane una delle tante sfide che il suo arcivescovado dovrà affrontare, essendo le coppie omosessuali ancora impossibilitate a sposarsi in chiesa.
La sua nomina giunge in un momento estremamente difficile per un'istituzione che ha perso la connessione con i suoi fedeli. Mullally si è impegnata ad affrontare i fallimenti nella salvaguardia dei più deboli che hanno poi portato alle dimissioni del suo predecessore. "Troppo spesso la Chiesa ha trascurato gli abusi di potere in tutte le sue forme" ha dichiarato, promettendo di ascoltare i sopravvissuti e i più vulnerabili. Il prossimo arcivescovo, che verrà nominata ufficialmente capo di 85 milioni di Anglicani nel mondo nella cattedrale di Canterbury nel gennaio prossimo, ha commentato anche l'attacco alla sinagoga di Manchester definendola "una violenza orribile": "La Chiesa aveva la responsabilità di essere a fianco della comunità ebraica contro l'antisemitismo in tutte le sue forme.
L'odio e il razzismo di ogni genere non devono poterci dividere".Il Vaticano ha inviato un messaggio di congratulazioni tramite il Prefetto per la promozione dell'unità dei cristiani Kurt Koch, che ha augurato al nuovo arcivescovo di essere "strumento di comunione e unità".